martedì 22 aprile 2008

Clinton vince in Pennsylvania, ma se invece si ritirasse?

Washington DC - Nonostante la netta vittoria portata a casa da Hillary Clinton in Pennsylvania, (55% contro 45%) le pressioni dell'establishment del partito, ma sempre piu' anche di tanti osservatori, continuano affinche' la Senatrice di New York abbandoni le primarie e lasci che il proprio avversario Barack Obama si aggiudichi la nomination e possa lanciarsi nella campagna per le elezioni generali di novembre contro John McCain.
Il blog Daily Kos, mentre i risultati del voto di martedi' vengono ufficializzati, scrive: "Non ci sono dubbi, Clinton ha perso quest'elezione. E' disperata. La homepage del suo sito web apre direttamente su una richiesta di ulteriori donazioni. Il tutto sarebbe triste e tragico, non fosse che Clinton e' determinata a portare il proprio partito alla disfatta finale".
E poi Daily Kos cita il New York Times, la cui redazione aveva dichiarato il proprio sostegno per Clinton all'inizo dell'anno, e che pubblica oggi un editoriale che dice: "La campagna in Pennsylvania, che ha prodotto un ulteriore risultato non-conclusivo martedi', e' stata ancora piu' aggressiva, piu' vacua, piu' disperata di quelle aggressive, vacue e disperate gia' viste nell'ultima serie di primarie. Gli elettori sono stanchi. Tutto questo sta danneggiando l'intero processo politico e non funziona. E' arrivato il momento per il Senatore Clinton di riconoscere che la negativita', della quale e' di certo la maggiore responsabile, non fa altro che danneggiare lei stessa, il suo avversario, il suo partito e le elezioni 2008. Perlomeno, la difesa del proprio interesse personale dovrebbe spingerla in tale direzione. Clinton non ha ottenuto quella grande vittoria in Pennsylvania di cui avrebbe avuto bisogno per continuare a sfidare Obama nella corsa alla nomination democratica."
Anche il Los Angeles Times ha un'opinione simile: "La vittoria di Clinton in Pennsylvania la salva ancora una volta da un'uscita forzata dalla corsa alla nomination democratica, ma la Senatrice deve ancora confrontarsi con enormi difficolta' se vuole davvero battere Barack Obama."
Joan Walsh, di Salon, ha un'opinione simile sullo stato della competizione tra i due democratici e scrive che "nonostante la sua vittoria netta, le possibilita' di una sua vittoria rimangono minime." Allo stesso tempo, Walsh non vede la dura lotta fra Clinton e Obama come per forza negativa per il partito. "Continuo a pensare che la corsa alla nomination democratica a cui stiamo assistendo sia in realta' positiva."
Allo stesso tempo, come riporta Slate, i sondaggi mostrano che i sostenitori di Clinton siano sempre meno inclini a votare per Obama se dovesse essere proprio il Senatore dell'Illinois ad aggiudicarsi la nomination. Il 25% degli elettori di Clinton in Pennsylvania avrebbero dichiarato che, a novembre, dovessero assistere ad una elezione fra Obama e McCain voterebbero per il candidato repubblicano, mentre un altro 20% se ne starebbe a casa e rinuncierebbe ad andare alle urne. Quanto ai sostenitori di Obama, i numeri sono un po' meno sconvolgenti, ma pur sempre preoccupanti per il partito democratico. Il 16% tra loro preferirebbe votare McCain che Clinton, e il 13% non andrebbe proprio a votare.
Che questa protratta campagna elettorale per la nomination democratica, che si fa sempre piu' vuota di contenuti e piena di accuse, stia danneggiando, almeno un po', le possibilita' di eleggere un Presidente democratico a novembre sembrerebbe evidente.


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