martedì 8 aprile 2008

Il punto sull'Iraq

Questa mattina a Washington il Generale David Petraeus, responsabile delle forze americane in Iraq, e l'Ambasciatore statunitense a Baghdad Ryan Crocker, testimoniano davanti al Comitato per le forze armate del Senato a proposito della situazione sul campo.
Il dibattito su una guerra sempre meno gradita al pubblico e ai contribuenti americani, e che e' destinato a incidere profondamente sui risultati della campagna elettorale di quest'anno, e' ormai esclusivamente orientato a capire se la cosidetta "surge", il programma lanciato dall'Amministrazione Bush nel 2007 e che ha aumentato il numero dei soldati americani in Iraq, stia funzionando davvero, e con risultati di lunga durata, o invece stia cominciando a mostrare i primi segni di fallimento.
L'Associated Press ha riportato oggi della morte di soldato statunitense, ucciso nell'esplosione di una bomba, l'undicesimo militare caduto in Iraq da domenica. In marzo, nel quinto anniversario dell'invasione, si e' superata quota 4.000 americani ammazzati nella guerra.
In questi giorni, sempre secondo l'AP, i combattimenti si sono fatti piu' intensi proprio a Baghdad, dove 1.000 uomini dell'esercito americano stanno assediando il quartiere di Sadr City, dove la milizia Mahdi di Muqtada al Sadr si nasconde.
Vi lascio con una riflessione da The Manchurian Candidate, romanzo da cui fu tratto il celebre film omonimo di John Frankenheimer del 1962 - in Italiano "Va' e uccidi".
I bravi americani, scriveva Richard Condon nel 1959, "Sono quel tipo di gente che lascia scoppiare la guerra e poi si sorprende quando le ammazzano il figlio".

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