domenica 17 agosto 2008

Obama e McCain si confessano

Washington DC - In America si discute incessantemente della doppia intervista condotta sabato sera dal pastore della Mega-Church Rick Warren con prima Obama e poi McCain.
Il candidato democratico, cercando di conquistare terreno in territorio nemico, si e' districato dalle domande piu' delicate, quale quella sull'aborto, cercando di offrire una qualche apertura di compromesso al gremito pubblico di evangelici ed enfatizzando l'importanza del dialogo e del rispetto dei valori altrui.
John McCain invece, mostrando la sicurezza tipica di chi gioca in casa, si e' attenuto rigidamente al proprio messaggio di campagna elettorale ed e' riuscito miracolosamente e con successo ad infilare anedotti degli anni passati da prigioniero in Vietnam in ogni sua risposta, anche quella sul significato della Cristianita'.
Per darvi un assaggio di quello che i due candidati alla Casa Bianca hanno dichiarato nell'unico incontro che precedera' i dibattiti di settembre e ottobre, eccovi alcune delle citazioni piu' significative.
Barack Obama:
Sul piu' grande fallimento morale personale: "Sicuramente ai tempi della mia gioventu'. Ho avuto una gioventu' difficile, ho fatto uso di droghe e di alcohol. Credo senza dubbio che fosse tutto a causa di un certo egoismo. Ero cosi' ossessionato da me stesso che non riuscivo a pensare agli altri."
Sulla decisione piu' difficile mai presa: "La mia opposizione alla guerra in Iraq fu davvero difficile. Perche' Saddam Hussein era davvero una brutta persona. E perche' sapevo che avrei sofferto conseguenze politiche per tale posizione. Ma ero convinto che non avessimo sufficiente evidenza che Saddam Hussein fosse una minaccia diretta per gli Stati Uniti. Le questioni di guerra e pace sono sempre cosi' profonde. Quando si incontrano le truppe, ci si rende conto che questi sono ragazzi di 19, 20 anni e che si possono mettere le loro vite in grande pericolo. Abbiamo quindi una responsabilita' solenne di prendere la decisione giusta."
Sulla definizione dell'inizio della vita umana e sull'aborto: "Stabilire con esattezza quando un embrione cominci ad essere un essere umano e' un compito che va oltre al mio ruolo. Sono per il diritto all'aborto anche se cio' non significa che sono un sostenitore dell'aborto. In sostanza, sono convinto che si debba garantire questo diritto perche' credo che nessuna donna prenda una decisione del genere in maniera superficiale. Poi bisogna anche lavorare per trovare soluzioni che aiutino a diminuire il numero di aborti."
Sulla definizione di matrimonio: "Il matrimonio, per quanto mi riguarda, e' l'unione tra un uomo e una donna. Pero' sono a favore delle unioni civili...Se due partner omosessuali desiderano rendersi visita all'ospedale, bisogna garantirgli questo diritto. Il mio matrimonio e' sufficientemente forte perche' io possa offrire questo genere di protezione anche agli altri, senza sentirmi in alcun modo minacciato."
Sulla definizione di "ricco": "Secondo il mio piano fiscale, le famiglie americane che guadagnano $150.000 all'anno o meno sono classe media. Coloro che invece guadagnano oltre $250.000 l'anno vanno considerati ricchi. I primi si vedranno ridotte le tasse, i secondi subiranno un modesto incremento. Del resto, se vogliamo le strade, le scuole e gli ospedali, dobbiamo ricordarci che i servizi non sono gratis. Voglio riuscire ad introdurre un elemento di equilibrio e giustizia nel nostro codice fiscale."
Sul sacrificio e per che cosa valga la pena morire: "La liberta' americana, la vita dei cittadini americani, per l'interesse nazionale americano. Poi, abbiamo stretto alleanze - e NATO e' l'esempio piu' importante, per cui ci siamo impegnati ad intervenire militarmente in difesa di un altro paese in caso questo sia attaccato."
Sul genocidio: "Non credo che ci sia una demarcazione precisa per cui si possa dire che cosa costituisce un genocidio. Si tratta sempre di prendere una decisione sul momento. Laddove si puo' intervenire, laddove vi sia un forto sostegno della comunita' internazionale (non necessariamente l'approvazione delle Nazioni Unite), allora bisogna intervenire."
Sul perche' voglia diventare Presidente: "Perche' siamo una nazione fondata sull'idea della tolleranza e dove abbiamo a cuore la vita degli altri e dove tutti devono avere una possibilita'. Sento che siamo ad un crocevia importante, e che questo sogno americano si sta un po' perdendo."
John McCain
Sul piu' grande fallimento morale personale: "Sono stata una persona assolutamente imperfetta. Tra tutte il mio piu' grande fallimento morale e' stato il fallimento del mio primo matrimonio."
Sulla decisione piu' difficile mai presa: McCain racconta un episodio della prigionia in Vietnam, quando i nord Vietnamiti gli offrirono la liberazione prima di offrirla ad un altro prigioniero che, essendo stato catturato un paio d'anni addietro, avrebbe avuto diritto ad andarsene per primo. McCain rifiuto' l'offerta. "Ricordo il momento in cui la guardia vietnamita mi disse; 'ora diventera' molto difficile per te.' E cosi' fu. Questa e' anche la decisione di cui sono piu' orgoglioso."
Sulla definizione dell'inizio della vita umana e sull'aborto: "La vita inizia al momento del concempimento. Ho 25 anni di record politico anti-abortista al Congresso e saro' un presidente anti-abortista e la mia amministrazione fara' una politica anti-abortista."
Sulla definizione di matrimonio: "Il matrimonio e' l'unione tra un uomo e una donna. Sono un sostenitore dello status unico del matrimonio. Cio' non significa che sia contrario a garantire alcuni diritti anche alle coppie di fatto. Sono anche convinto pero' che si tratti di una tematica di cui i singoli stati devono decidere indipendentemente. Dunque sarei contrario ad un amendamento costituzionale che introduca tale definizione, a meno che il Congresso non passasse una legge federale che estenda il matrimonio alle coppie omosessuali. Altrimenti, sono un federalista e convinto che spetti agli stati."
Sulla definizione di "ricco": "Non so, non credo sia importante definire il concetto di ricchezza. Io non voglio prendere niente dai ricchi, voglio far diventare tutti ricchi. Non credo in una politica di redistribuzione della ricchezza. Quindi non so, magari chi guadagna oltre 5 milioni di dollari e' ricco. Il punto e' che dobbiamo mantenere le tasse basse, in particolare in un momento di crisi economica. E dobbiamo ridurre le spese. Io non voglio alzare le tasse a nessuno."
Sul sacrificio e per che cosa valga la pena morire: "La liberta', l'interesse nazionale americano e la sicurezza nazionale americana."
Sul genocidio: "Abbiamo l'obbligo di fermare un genocidio ovunque occorra. E di intervenire per garantire la liberta' dei popoli. Ci sono piccoli paese come la Bielorussia in cui, sono sicuro, la gente continua a sperare di poter diventare un giorno come noi, di poter godere delle nostre liberta'. Siamo tutt'oggi l'esperimento storico piu' eccezionale e io sono orgoglioso di poter passare qui ogni giorno della mia vita."
Sul perche' voglia diventare Presidente: "Voglio ispirare una nuova generazione di Americani a combattere per una causa piu' grande del proprio interesse personale. Saro' il presidente di tutti gli Americani e mettero' sempre il mio paese al primo posto."

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