martedì 25 novembre 2008

Il giornalismo della transizione

Il grande entusiasmo degli americani per l'elezione di Barack Obama e l'attesa frenetica per la partenza del gia' dimenticato George W. Bush dalla Casa Bianca sta dando vita a del giornalismo sostanzialmente inutile.
Alle conferenze stampa tenute in questi giorni da Obama, i giornalisti che seguiranno la futura amministrazione americana continuano a bombardare il neo-eletto Presidente di domande specifiche sui suoi potenziali interventi governativi, sui numeri esatti del pacchetto di stimolo economico che proporra' al Congresso e via dicendo...Obama, per tutta risposta, non puo' che offrire una retorica ancora tipica della campagna elettorale, con il minimo di dettagli possibili, molte promesse, e la speranza che i giornalisti smettano di fare supposizioni e speculazioni...
La realta' e' che il Presidente Bush rimarra' in carica fino al giuramento di Obama sulle scalinate del Campidoglio il prossimo 20 gennaio. Fino ad allora, le uniche decisioni che verranno realmente prese da Obama sono le nomine del proprio governo. Tutto il resto consiste di progetti e proposte politiche a cui comincieranno a lavorare i consiglieri di Obama gia' dai prossimi giorni, ma i cui punti specifici non saranno resi noti fino a quando verra' il tempo di trasformare questi progetti in proposte di legge.
E quindi quelli che fanno del giornalsimo serio scelgono di concentrarsi sull'analisi delle personalita' di cui Obama si sta circondando, sul loro passato, e su cosa la loro selezione possa significare per le politiche del futuro governo.
Tutti gli altri, invece, non fanno altro che contribuire a rendere le conferenze stampa di Obama particolarmente noiose. Infatti, non appena l'incontro si apre alle domande dei giornalisti, i toni diventano estremamente simili a quelli sentiti durante la campagna; privi di reale sostanza.
E' comprensibile che l'America non veda l'ora di liberarsi di Bush e buttarsi a capofitto nelle attivita' del nuovo governo. Pero', viene da dire, abbiate ancora un po' di pazienza...In fondo mancano meno di due mesi. Dopo di che ci saranno quattro anni almeno per fare domande specifiche a Obama.

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