Chicago, IL -- Facendo colazione in un bar nel nord di Chicago mi imbatto in Evan Brandstadter, un Professore di Storia Americana in pensione che ha insegnato a lungo a Cornell University. Brandstadter racconta di aver cominciato le proprie attivita' di volontariato per le campagne elettorali democratiche di Chicago quando aveva solo otto anni. Era il 1955 e la madre lavorava per l'elezione a sindaco di Richard J. Daley, padre dell'attuale sindaco Richard M. Daley.
Quest'anno, Brandstadter si e' dedicato a un volontariato piu' informale, cercando di parlare di Barack Obama agli amici, parenti e conoscenti. "Per la generazione dei baby boomers che ha davvero vissuto gli anni sessanta questa elezione e' la piu' emozionante da oltre quarantanni a questa parte," e' convinto Brandstadter.
La prima volta che questo professore universitario in pensione si trovo' il nome di Barack Obama su una scheda elettorale fu nelle primarie per la selezione del candidato democratico al Senato americano nel 2004. Obama era gia' Senatore dello Stato dell'Illinois ma in un distretto elettorale diverso da quello in cui Brandstadter votava. "Ero convinto che non avesse alcuna speranza," racconta, "mi domandavo chi mai puo' votare per uno con un nome cosi'. E poi la macchina politica di Chicago non lo sosteneva affatto." Brandstadter voto' per Obama gia' allora, "ma ero convinto di buttare via il mio voto."
Ricorda Brandstadter di aver guardato in televisione il famoso discorso di Obama fatto alla Convention del Partito Democratico nel 2004 e ricorda di esserne stato colpito: "Ero convinto che si trattasse di un politico emergente, ma non pensavo che sarebbe successo cosi' velocemente. Penso che gli storici scriveranno dell'ascesa di Obama per i prossimi cinquantanni."
Nell'analisi di Brandstadter, Obama deve la sua fortuna politica alla posizione contraria alla guerra in Iraq sostenuta fin dall'inizio del conflitto. E, al contempo, fu con il sostegno alle operazioni militari nel Golfo che Hillary Clinton comincio' la propria caduta.
Brandstadter ha sostenuto Obama fin dalle primarie democratiche di quest'anno, anche se senza troppa convinzione. Solo ora si dice sicuro che Obama conquistera' la Presidenza, e anche in maniera molto netta.
Se questa previsione si avverera', la preoccupazione piu' grossa per Brandstadter e' che Obama venga, a un certo momento, assassinato: "Per la mia generazione che ha vissuto gli anni sessanta e e' sopravvissuta alle uccisioni di John F. Kennedy, Martin Luther King e Robert Kennedy, questa e' una paura reale, anche se spesso non detta," mi racconta.
Ci sono pero' anche altri aspetti di cui Obama si dovrebbe preoccupare, anche in caso di vittoria. Innanzitutto le aspettative nei suoi confronti sono talmente alte che sara' fin troppo facile deluderle. Soprattutto considerato quale situazione nazionale e internazionale il prossimo Presidente degli Stati Uniti dovra' affrontare: "Siamo fortunati se il Presidente Obama riesce a mettere qualche toppa qui e la' nei primi quattro anni di mandato," pensa Brandstadter.
La metafora che usa per descrivere questa situazione e' tratta da il film Il Laureato. Dopo che Dustin Hoffman riesce a strappare l'amore Elaine dall'altare, i due scappano dai parenti infuriati e salgono su un pullman. "Ecco, in quel momento, dopo che tutto l'entusiasmo e l'eccitazione dell'avventura sono finiti," racconta Brandstadter, "i due si guardano negli occhi con un certo stupore come a dirsi: e adesso?"
Senza dubbio le cose andranno ancora peggio se sara' John McCain a strappare una vittoria dell'ultimo minuto. "Innanzitutto penso che scoppieranno scontri razziali per tutto il paese," e' convinto Brandstadter, "I neri americani si sentiranno ancora una volta presi in giro."
In secondo luogo, un'ennesima vittoria repubblicana darebbe luogo a un'ondata di disperazione tra i progressisti e i giovani, che hanno davvero posto molte speranze nel voto di oggi.
In questo caso il parallelo storico che Brandstadter propone e' il seguente: "Pensa se nell'elezione del 1860 Lincoln avesse perso. Cosa sarebbe accaduto con la guerra civile?" Oppure ancora, "pensa se Franklin Delano Roosevelt avesse perso contro Hoover? Pensa a cosa sarebbe capitato a questo paese con la Grande Depressione se non ci fosse mai stato il New Deal?"
Prima di mettersi a leggere il New York Times, Brandstadter scrive su un pezzetto di carta la propria previsione sui risultati di questa notte. Secondo lui, Obama vincera' almeno 317 voti elettorali.
Quest'anno, Brandstadter si e' dedicato a un volontariato piu' informale, cercando di parlare di Barack Obama agli amici, parenti e conoscenti. "Per la generazione dei baby boomers che ha davvero vissuto gli anni sessanta questa elezione e' la piu' emozionante da oltre quarantanni a questa parte," e' convinto Brandstadter.
La prima volta che questo professore universitario in pensione si trovo' il nome di Barack Obama su una scheda elettorale fu nelle primarie per la selezione del candidato democratico al Senato americano nel 2004. Obama era gia' Senatore dello Stato dell'Illinois ma in un distretto elettorale diverso da quello in cui Brandstadter votava. "Ero convinto che non avesse alcuna speranza," racconta, "mi domandavo chi mai puo' votare per uno con un nome cosi'. E poi la macchina politica di Chicago non lo sosteneva affatto." Brandstadter voto' per Obama gia' allora, "ma ero convinto di buttare via il mio voto."
Ricorda Brandstadter di aver guardato in televisione il famoso discorso di Obama fatto alla Convention del Partito Democratico nel 2004 e ricorda di esserne stato colpito: "Ero convinto che si trattasse di un politico emergente, ma non pensavo che sarebbe successo cosi' velocemente. Penso che gli storici scriveranno dell'ascesa di Obama per i prossimi cinquantanni."
Nell'analisi di Brandstadter, Obama deve la sua fortuna politica alla posizione contraria alla guerra in Iraq sostenuta fin dall'inizio del conflitto. E, al contempo, fu con il sostegno alle operazioni militari nel Golfo che Hillary Clinton comincio' la propria caduta.
Brandstadter ha sostenuto Obama fin dalle primarie democratiche di quest'anno, anche se senza troppa convinzione. Solo ora si dice sicuro che Obama conquistera' la Presidenza, e anche in maniera molto netta.
Se questa previsione si avverera', la preoccupazione piu' grossa per Brandstadter e' che Obama venga, a un certo momento, assassinato: "Per la mia generazione che ha vissuto gli anni sessanta e e' sopravvissuta alle uccisioni di John F. Kennedy, Martin Luther King e Robert Kennedy, questa e' una paura reale, anche se spesso non detta," mi racconta.
Ci sono pero' anche altri aspetti di cui Obama si dovrebbe preoccupare, anche in caso di vittoria. Innanzitutto le aspettative nei suoi confronti sono talmente alte che sara' fin troppo facile deluderle. Soprattutto considerato quale situazione nazionale e internazionale il prossimo Presidente degli Stati Uniti dovra' affrontare: "Siamo fortunati se il Presidente Obama riesce a mettere qualche toppa qui e la' nei primi quattro anni di mandato," pensa Brandstadter.
La metafora che usa per descrivere questa situazione e' tratta da il film Il Laureato. Dopo che Dustin Hoffman riesce a strappare l'amore Elaine dall'altare, i due scappano dai parenti infuriati e salgono su un pullman. "Ecco, in quel momento, dopo che tutto l'entusiasmo e l'eccitazione dell'avventura sono finiti," racconta Brandstadter, "i due si guardano negli occhi con un certo stupore come a dirsi: e adesso?"
Senza dubbio le cose andranno ancora peggio se sara' John McCain a strappare una vittoria dell'ultimo minuto. "Innanzitutto penso che scoppieranno scontri razziali per tutto il paese," e' convinto Brandstadter, "I neri americani si sentiranno ancora una volta presi in giro."
In secondo luogo, un'ennesima vittoria repubblicana darebbe luogo a un'ondata di disperazione tra i progressisti e i giovani, che hanno davvero posto molte speranze nel voto di oggi.
In questo caso il parallelo storico che Brandstadter propone e' il seguente: "Pensa se nell'elezione del 1860 Lincoln avesse perso. Cosa sarebbe accaduto con la guerra civile?" Oppure ancora, "pensa se Franklin Delano Roosevelt avesse perso contro Hoover? Pensa a cosa sarebbe capitato a questo paese con la Grande Depressione se non ci fosse mai stato il New Deal?"
Prima di mettersi a leggere il New York Times, Brandstadter scrive su un pezzetto di carta la propria previsione sui risultati di questa notte. Secondo lui, Obama vincera' almeno 317 voti elettorali.
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