giovedì 28 febbraio 2008

L'onda Obama travolge anche i superdelegati

Marco Morini, dottorando in Scienze Politiche presso l'Universita' di Pavia, scrive per From the Field a proposito degli ultimi sviluppi nella lotta tra Clinton e Obama per l'appoggio dei superdelegati.

Pavia - Nel confuso conteggio dei delegati democratici, un dato pare tra tutti il piu’ difficile da prevedere. E’ quello relativo ai “superdelegati”, che, secondo molti osservatori, potrebbero giocare un ruolo decisivo alla convention di Denver.

Nonostante le stime in circolazione cambino a seconda della fonte, pareva esserci fino ad ora un consenso generale sul fatto che Hillary Clinton fosse in vantaggio. Negli ultimi giorni, pero’, la montante onda di Obama sta intaccando un bottino che molti davano per acquisito.

Dopo l’endorsement ricevuto dal senatore Byron Dorgan del Nord Dakota, è di ieri la ben più importante notizia che John Lewis, deputato afroamericano della Georgia e storico paladino dei diritti civili, darà il proprio voto a Obama. Qui non si tratta del classico oscuro funzionario di partito. Lewis è stato leader del Student Nonviolent Coordinating Committee (SNCC), il gruppo degli studenti non-violenti attivo negli anni ’60. Ed ha avuto il privilegio di parlare alla Washington March del 1963, prima di Martin Luther King e del celebre I have a dream.

Figura atipica, spesso vicina a quei movimenti extrapartitici che sostengono candidati verdi e indipendenti, negli ultimi anni si è segnalato per alcune posizioni controcorrente. Appoggò la candidatura da indipendente del moderato Lieberman contro l’amico personale Lamont e, soprattutto, nel 2004, fu uno dei 31 parlamentari democratici che si opposero al riconteggio delle schede nel decisivo Ohio.

Lewis veniva considerato un importante coagulatore del voto nero per la senatrice di New York. E nell’ottobre 2007 dichiaro' il proprio sostegno a Clinton. Ma dall’inizio dell’anno le cose hanno cominciato a cambiare. A fine gennaio il deputato della Georgia creò un piccolo caso, rilasciando dichiarazioni contrastanti riguardo gli sviluppi della campagna per le primarie democratiche.

Di ieri la decisione definitiva. Lewis ha uffcicializzato la propria decisione di appoggiare Obama dopo aver riflettuto sull’esito del voto nel proprio distretto, che aveva abbondantemente premiato il senatore dell’Illinois; “Dopo aver preso tempo per analizzare e riflettere profondamente su questo argomento, ho deciso che, quando sarà il momento di esprimere il mio voto di superdelegato alla convention democratica, è mio dovere, come rappresentante del 5’ Distretto del Congresso, rispettare la volontà popolare. Come deputato, è parte del mio ruolo non tentare di sovvertire o sopprimere le preferenze degli elettori, ma di aiutare a farle crescere e prosperare”.

E poi ancora: “Qualcosa sta succedendo in America. C’è un movimento, uno spirito, un entusiasmo nel cuore e nelle menti dei cittadini che non vedevo da molti anni, dai tempi di Robert Kennedy. Il popolo americano chiede una nuova era alla politica, e penso che Barack Obama sia il simbolo di questo cambiamento”. Lewis aggiunge inoltre che la decisione è stata lunga e difficile, ma rimane la “profonda e immutata stima per Hillary e Bill Clinton”.

Lewis ha comunque aggiunto che la decisione è stata lunga e difficile, e che rimane nonostante tutto la “profonda e immutata stima per Hillary e Bill Clinton”.

La senatrice, attraverso il proprio portavoce Doug Hattaway, ha dichiarato a CBS News che “nei confronti di Lewis rimane enorme il rispetto personale e per le sue decisioni politiche”.

Ma dietro le frasi di circostanza si coglie il nervosismo dello staff di Clinton, che inizia a temere di perdere l’appoggio di altri esponenti del partito finora considerati fedeli e soprattutto riconoscenti al marito Bill e agli anni della sua amministrazione.

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