martedì 4 marzo 2008

On the road - la campagna Clinton

Cleveland, Ohio – Le operazioni grassroot (ovvero quelle che si appoggiano sulla mobilitazione dei volontari per il contatto diretto e personale con gli elettori) della campagna di Hillary Clinton sono molto simili a quelle di Obama, da quello che ho constatato martedi' girando per Cleveland. L'impressione e' che, per lo meno in questa citta', l'attivita' dei sostenitori di Obama sia piu' capillare e vivace, ma le tecniche sono le medesime. Clinton ha due uffici in citta’, uno all’estremo ovest e uno all’estremo est, nessuno dei quali e' considerato l'headquarter generale. La sede di Rock River Road e’ alloggiato in un locale rettangolare che normalmente dovrebbe essere adibito a negozio, allineato con esercizi commerciali, come take-away cinesi e un lavasecco, sotto il portico in cemento di un prefabbricato a un solo piano nella periferia residenziale di Cleveland.
Mi riceve Luis, il responsabile per i contatti con la stampa. Luis e' un giovane californiano che lavora per Hillary Clinton dal maggio scorso e che e’ arrivato in Ohio da Los Angeles a meta’ febbraio. E' ormai un veterano delle campagne presidenziali, avendo lavorato in passato per Bill Clinton, Al Gore e John Kerry. “Siamo molto fortunati quest’anno ad avere due candidati democratici davvero validi, pero’ questo paese ha bisogno di esperienza e solo Hillary la puo’ garantire”.
L’ufficio di Rock River Road, con le pareti ridipinte di blu e tappezzate con i manifesti inneggianti al nome di Hillary, ha aperto il 16 febbraio e da allora dirige il flusso di volontari, che arrivano dal quartiere cosi' come da altri stati americani, verso le varie attivita’ di lavoro sul campo. “Abbiamo gente che arriva fin da New York e dalla California,” mi dice Luis.
La campagna di Clinton sta cercando, in particolare, di far passare il proprio messaggio tra i lavoratori appartenenti ai sindacati e alle donne, a Cleveland in generale, e ancor piu' in questo quartiere residenziale di villettine a schiera abitate dalla classe media della citta’.
Donne sono anche la maggiorparte tra i volontari, soprattutto signore sovrappeso di mezz’eta’, una caratteristica demografica che differenzia decisamente i sostenitori di Clinton da quelli di Obama, per i quale normalmente si vedono sulle strade ragazzi giovani e indifferentemente appartenenti ai due sessi.
Al di la' di queste differenze, i volontari di entrambe le campagne martedi' portavano avanti le tre attivita’ tipiche delle ore che precedono ed accompagnano il voto; gli attivisti chiamano lunghe liste di numeri di telefono, bussano alle porte delle case di strada in strada e offrono un passaggio in macchina agli elettori che hanno bisogno di un mezzo di trasporto per recarsi alle urne. “Ricordiamo agli elettori tutti i temi per cui e’ importante andare a votare, e facciamo in modo che abbiano realmente la possibilita’ di arrivare ai seggi,” mi dice Luis. E poi mi presenta la “supervolontaria” dell’ufficio, Erin. Supervolontaria e supermamma, mi viene da aggiungere, visto che Erin ha cinque figli, il piu’ piccolo dei quali compie oggi un anno e le sta in braccio mentre lei telefona ai votanti. Erin e’ nata e cresciuta a Cleveland, e vive qui affianco. E' casalinga e fa un po’ di grafica web part-time. Il marito e’ un pompiere. “Ho aspettato che Hillary si candidasse ufficialmente dal giorno in cui ho letto il suo libro It takes a village”, mi dice. “Hillary mi piace per il semplice fatto che e’ Hillary, una donna che e’ stata in grado di superare ogni difficolta’”. Erin approva il programma per la sanita’ che Clinton ha proposto. “Ho cinque figli e con Clinton verrebbero tutti coperti automaticamente". Questa supervolontaria e’ impegnata in politica da tanti anni ed e’ stata in passato anche un deputato all'Assemblea statale dell’Ohio. Erin e' anche un delegato (la sua seconda volta, la prima fu con Gore nel 2000). Dunque esistono davvero, questi delegati.
Incuriosita dal primo delegato fin qui incontrato, mi faccio spiegare meglio come funziona il sistema; “Il Partito Democratico nel nostro Distretto, il decimo dell’Ohio, attribuisce ad entrambi I candidati 12 delegati a testa, sei uomini e sei donne. Per diventare delegato bisogna dare la propria disponibilita' al partito e dichiarare di quale candidato si vuole essere delegato. Io ho fatto un po' di campagna elettorale nel mio quartiere e sono stata eletta con il maggior numero di voti fra le donne come delegate per Clinton. Ho ricevuto circa 200 preferenze nell'elezione del 3 gennaio scorso. Questo significa che sono la capolista. Se Hillary vincesse anche solamente un delegato questa sera, sarei io ad andare alla convention di Denver in agosto”, conclude soddisfatta. "Ho cinque figli, ho bisogno di una vacanza!" Lascio Erin alle sue attivita' di supervolontaria e riprendo la macchina per attraversare la citta’ percorrendo le sue grandi sopraelevate. L'area di downtown scorre sulla mia sinistra e guardo i pochi grattacieli dal finestrino, in parte coperti dalle nuvole e dalla pioggia torrenziale. Mi dirigo a est, verso il quartiere di Cleveland Heights, per fermarmi in un altro centro commerciale prefabbricato ad un piano, nel quale si trova il secondo dei due uffici che Clinton ha aperto in citta’. Anche questo esiste da un paio di settimane (queste sedi sono state aperte una volta che i candidati si sono resi conto che il Super Tuesday del 15 febbraio non aveva dato alcun’indicazione definitiva quanto alla nomination democratica). Questo ufficio e’ piu’ grande del primo visitato, e ha le pareti intonacate in rosso. Anche qui, come in tutti le sedi di campagna elettorale, cartoni di pizze e di ciambelle sono sparsi un po’ dappertutto sul pavimento, il cibo tipico e malsano che sempre e' presente in queste avventure politiche. Mi fermo a parlare con Mary Jo Tomaselli, che si entusiasma quando si accorge che sono italiana. Nata in America da famiglia abruzzese, Mary Jo (Maria Giuseppina in realta’, ci tiene a precisare), lavora come agente immobiliare e di conseguenza ha un orario flessibile che puo’ gestire come preferisce. “In queste ultime settimane ho dedicato ogni momento libero a questa campagna”, mi dice. “Non appena comincieranno ad aprire uffici in Pennsylvania vado anche li’", dice ottimista. “Hillary mi e’ sempre piaciuta, per tutto quello che rappresenta. Il suo programma di riforma della sanita’ ad esempio. Io ho una sorella minore che ha avuto il cancro e ora non riesce a trovare nessuno che l’assicuri a causa di questa condizione pre-esistente”, mi racconta sconcertata Mary Jo.
Mary Jo ha una lunga storia passata nelle campagne presidenziali. Comincio’ a fare volontariato per McGovern, negli anni settanta. “Pero’ non sono mai stata cosi’ entusiasta per un candidato come lo sono oggi.” Le chiedo che programmi ha per la serata. “Appena finiamo qui con le telefonate, prendo la macchina e vado a Columbus per celebrare la vittoria”. Columbus e’ la capitale dello stato e la citta’ in cui la campagna di Hillary Clinton ha organizzato il raduno dei sostenitori.
Per tutta la giornata Cleveland e' sprofondata nel gelo. Dal primo pomeriggio e' arrivata qui la furia di una tempesta di ghiaccio e di un vento fortissimo. Le strade e i marciapiedi sono diventati una pista da pattinaggio, e la pioggia, la grandine e la neve si sono alternate a complicare la vita dei volontari. I quali, nonostante tutto, hanno comunque passato la giornata in giro per la citta' a mobilitare la cittadinanza per il voto. C'e' da chiedersi quale sara' l'effetto delle durissime condizioni atmosferiche sulla partecipazione elettorale, che era prevista altrimenti a massimi storici. Al di la' del tutto, la passione e la devozione degli attivisti e' davvero straordinaria.

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