giovedì 17 aprile 2008

I Democratici in corsa per il Congresso piu' ricchi dei Repubblicani

Washington DC - Negli Stati Uniti l'anno elettorale 2008 significa non solamente la corsa verso la Presidenza. A novembre si votera' anche per tutti i 435 seggi alla Camera e per 35 dei 100 al Senato, e il risultato di queste competizioni sara' determinante nello stabilire con quanta forza sara' in grado di governare il prossimo Esecutivo.
Gli ultimi dati pubblicati dalla Federal Elections Commission, che si occupa di monitorare i contributi alle campagne elettorali dei candidati alla Presidenza cosi' come di quelli in corsa per il Congresso, mostra che ad oggi i Democratici hanno raccolto fondi piu' cospicui degli avversari Repubblicani.
Secondo Bloomberg.com, i politici dell'asinello candidati alla Camera godono di un vantaggio monetario su quelli dell'elefante in 26 dei 38 distretti piu' contesi, compresi 13 che nel 2006 elessero un Repubblicano.
Al Senato, i Democratici hanno raccolto fondi maggiori in 4 degli 8 distretti piu' delicati, inclusi tre in cui i Senatori repubblicani in carica lascieranno il proprio posto per la pensione.
In totale sono 10 i candidati democratici che hanno aperto il mese di aprile con una disponibilita' di almeno 1 milione di dollari da spendere, contro solo 4 repubblicani. Alla fine di marzo 2008, i Democratici in corsa per la Camera hanno raccolto un totale di quasi 270 milini di dollari, contro i 207 milioni messi assieme dai Repubblicani. Al Senato, i Democratici conducono per 99 milioni di dollari contro i quasi 71 milioni dei Repubblicani.
La speranza del Partito Democratico e' di affiancare ad un proprio Presidente degli Stati Uniti, un Congresso che abbia una maggioranza ancor piu' favorevole di quella attuale. Ad oggi, al Senato siedono 51 Senatori democraci (di cui 2 in realta' sono stati eletti come indipendenti) contro 49 repubblicani e alla Camera il rapporto di forza e' di 234 a 198. Considerato che normalmente lo stato delle finanze dei diversi candidati e' un'indicazione della solidita' delle candidature, i democratici sembrerebbero essere davvero in pole-position.



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