mercoledì 2 aprile 2008

L'improbabile voto cattolico

Sul pullman che mi porta da New York City a Washington DC - Mi siedo vicino ad un uomo anziano, dalla carnagione scura e i capelli e i baffi argentati, di chiare origini indiane. Rimane silenzioso per la maggior parte del viaggio, fino a che l'autista non prende l'uscita dell'autostrada verso New Carrolton, un sobborgo della capitale, ancora nello stato del Maryland, dove il pullman fa la prima e unica fermata del viaggio.
A quel punto, il mio vicino di posto solleva le palpebre e indirizza lo sguardo verso lo schermo illuminato del mio computer, su cui sto battendo un pezzo. "Brava, brava, vedo che sei proprio brava con i computer", mi dice per cominciare la conversazione. "Anche io ho un portatile", prosegue, "pero' si e' rotto. Ora ce l'ha mio figlio a New York, lo deve mettere a posto. E' un ingegnere informatico, sai?" Ci tiene a sottolineare.
Gli chiedo da dove viene. "Dal Kerala", uno stato a maggioranza cattolica nel sud-ovest dell'India. "E da quando stai negli Stati Uniti?" "Da nove anni mi dice". Arrivarono prima a New York, lui, la moglie e il figlio. E ottennero la gestione di un 7-Eleven, una catena di piccoli alimentari di quelli che si trovano normalmente attaccati al benzinaio e cosi' famosa negli Stati Uniti (e nel mondo) che persino la band irlandese U2 la cita in una canzone. Ora se ne occupa il primogenito, nonostante la laurea in ingegneria. Il mio compagno di viaggio invece fa avanti e indietro tra New York e New Carrolton perche' di recente ne hanno aperto un secondo di 7-Eleven, qui in Maryland, ma la moglie di trasferisi dalla Grande Mela non ne vuole sapere, visto che e' da poco nato un nipotino di cui vuole prendersi cura.
Viene fuori che sono una giornalista e la conversazione vira velocemente sul tema della campagna elettorale per le presidenziali di quest'anno. Mi chiede cosa ne penso ma, invece che rispondere, gli rigiro la domanda. "Sai", mi dice, "io sono un devoto cattolico". Mi rendo conto solo ora che il libricino che ha sfogliato per tutta la durata del viaggio e' la Bibbia e che quello che pensavo essere un braccialettino votivo hindu e' invece un rosario, che il mio vicino di posto ha fatto scorrere tra le proprie dita da quando abbiamo lasciato l'Empire State Building. "Sono profondamente contrario all'aborto", prosegue nella spiegazione della propria posizione politica. "Quindi mi piace McCain, si' McCain mi piace proprio". Delle altre problematiche, l'economia, la guerra, la riforma sanitaria, non gli interessa granche'. Cio' che conta e' che il futuro Presidente sia contrario all'aborto, o pro-life (per-la-vita) come si dice negli Stati Uniti.
L'America e' un paese incredibilmente multietnico, il melting pot della letteratura sociologica. Bisogna ricordarsene quando si fanno previsioni sui risultati di voto, bisogna ricordarsi che ci sono anche dei signori anziani arrivati dal sud dell'India, cattolici e che voteranno strettamente sulla base delle proprie convinzioni religiose.

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