Washington D.C. - Con il voto in South Dakota e Montana, con rispettive vittorie di Clinton e Obama, si chiude questa sera la lunga stagione delle primarie democratiche 2008. E si chiude, almeno teoricamente, la corsa verso la nomination.
Barack Obama, infatti, ha raggiunto e oltrepassato oggi la soglia dei 2118 delegati necessari a diventare il candidato del Partito Democratico alla Casa Bianca, grazie ai risultati misti della giornata elettorale e ad una serie di superdelegati che si sono dichiarati in suo favore non appena si sono chiusi i seggi negli ultimi due stati chiamati alle urne.
Parlando a St. Paul in Minnesota (dove per altro in settembre si terra' la convention del Partito Repubblicano), Obama ha dichiarato; "Saro' io il candidato democratico". In un lungo discorso di fronte ad un pubblico entusiasta, Obama ha reso omaggio all'avversario Clinton ("Grazie a lei sono diventato un candidato migliore,") cosi' chiudendo la campagna per le primarie, per poi lanciarsi immediatamente in quella per le presidenziali di novembre. Con approccio ormai gia' consolidato, il Senatore dell'Illinois ha riconosciuto il valore personale del futuro avversario John McCain (un eroe di guerra che non puo' essere attaccato a livello del privato) e ha invece iniziato l'attacco alle politiche del Senatore dell'Arizona, che minacciano di rappresentare la continuazione dell'Amministrazione Bush.
Hillary Clinton, da par suo, si e' rifiutata di ammettere la sconfitta e pur riconoscendo la grande impresa di Barack Obama ha detto, parlando ai sostenitori dall'headquarter nazionale della propria campagna elettorale a New York, "non ho intenzione di prendere decisioni questa sera." La ex-first lady ha poi proseguito nel proprio discorso sottolineando ancora una volta quegli elementi che, perlomeno a suo parere, la rendono la candidata piu' forte rispetto a John McCain, ovvero l'aver vinto la maggioranza dei voti elettorali (che non contano nelle primarie, ma solo a novembre) e la maggioranza del voto popolare (affermazione vera solo se si considerano validi i conteggi della campagna Clinton.
In sostanza e' difficile pensare che rimangano piu' di poche ore di ossigeno alla candidatura alla nomination di Hillary Clinton.
Barack Obama, infatti, ha raggiunto e oltrepassato oggi la soglia dei 2118 delegati necessari a diventare il candidato del Partito Democratico alla Casa Bianca, grazie ai risultati misti della giornata elettorale e ad una serie di superdelegati che si sono dichiarati in suo favore non appena si sono chiusi i seggi negli ultimi due stati chiamati alle urne.
Parlando a St. Paul in Minnesota (dove per altro in settembre si terra' la convention del Partito Repubblicano), Obama ha dichiarato; "Saro' io il candidato democratico". In un lungo discorso di fronte ad un pubblico entusiasta, Obama ha reso omaggio all'avversario Clinton ("Grazie a lei sono diventato un candidato migliore,") cosi' chiudendo la campagna per le primarie, per poi lanciarsi immediatamente in quella per le presidenziali di novembre. Con approccio ormai gia' consolidato, il Senatore dell'Illinois ha riconosciuto il valore personale del futuro avversario John McCain (un eroe di guerra che non puo' essere attaccato a livello del privato) e ha invece iniziato l'attacco alle politiche del Senatore dell'Arizona, che minacciano di rappresentare la continuazione dell'Amministrazione Bush.
Hillary Clinton, da par suo, si e' rifiutata di ammettere la sconfitta e pur riconoscendo la grande impresa di Barack Obama ha detto, parlando ai sostenitori dall'headquarter nazionale della propria campagna elettorale a New York, "non ho intenzione di prendere decisioni questa sera." La ex-first lady ha poi proseguito nel proprio discorso sottolineando ancora una volta quegli elementi che, perlomeno a suo parere, la rendono la candidata piu' forte rispetto a John McCain, ovvero l'aver vinto la maggioranza dei voti elettorali (che non contano nelle primarie, ma solo a novembre) e la maggioranza del voto popolare (affermazione vera solo se si considerano validi i conteggi della campagna Clinton.
In sostanza e' difficile pensare che rimangano piu' di poche ore di ossigeno alla candidatura alla nomination di Hillary Clinton.
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