Washington DC - Due ex Ministri degli Esteri americani hanno lanciato martedi' una proposta che darebbe maggior rilievo all'opinione del Congresso nel caso un Presidente debba decidere se entrare o meno in guerra.
James A. Baker III, che fu ministro sotto George H.W. Bush, e Warren Christopher, del governo Clinton, sono a capo di una commissione che ha studiato la creazione di un comitato parlamentare permanente che il Presidente degli Stati Uniti sarebbe obbligato a consultare nel momento in cui stesse valutando la possibilita' di utilizzare truppe americane in una zona di conflitto, consultazione obbligatoria per legge per ogni azione militare destinata a durare piu' di una settimana. Le uniche eccezioni sarebbero rappresentate da operazioni di intelligence, missioni umanitarie, azioni limitate dirette a terroristi internazionali e la reazione ad un attacco lanciato contro gli Stati Uniti.
La proposta arriva in risposta all'approccio dell'attuale presidente George W. Bush, che ha mostrato per tutta la durata del proprio doppio mandato la tendenza a prendere decisioni unilaterali a livello dell'Esecutivo minimizzando il piu' possibile il ruolo del Congresso. Paradossalmente, la Costituzione americana prescrive che sia proprio il Congresso l'unico organo governativo con il diritto di dichiarare guerra. Eppure sin dalla fine della seconda guerra mondiale (ed in particolare durante l'Amministrazione Bush,) i presidenti americani hanno coinvolto l'esercito americano in azioni militari senza richiedere una dichiarazione di guerra ufficiale.
“Questo nuovo statuto," ha dicharato Christopher alla stampa, "garantisce al Congresso un posto alla tavola in cui si decide se entrare o meno in guerra - un posto finalmente occupato da personale specializzato e permanente che abbia accesso a tutte le informazioni di intelligence disponibili."
1 commento:
Ciao Valentina oggi sono felice perchè ieri sera a Vicenza abbiamo raggiunto un'obbiettivo importante, si è approvato in consiglio il referendum dove i cittadini potranno votare SI o NO alla nuova base Nato, la base di guerra e morte. Orasperiamo che Vicenza ribelle risponda almeno con 35.000 firme. Buona giornata da Tiziano
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