Denver, CO - Lunedi' ha aperto i cancelli il Pepsi Center, sede della convention democratica 2008 e assediato da un circo colorato di attivisti, manifestanti, politici e giornalisti. La prima giornata del convegno e' stata nel segno delle donne e e' passata in attesa del discorso serale di Michelle Obama, ad introduzione del marito e candidato democratico alla Casa Bianca Barack Obama.
Rivolgendosi agli spalti gremiti da un palcoscenico che sembra uscito da un film di fantascienza, Michelle ha raccontato della propria famiglia, delle difficolta' affrontate dai genitori per dare un futuro migliore ai propri figli, dei propri valori e di quelli di Barack. E' stata una celebrazione del sogno americano e la promessa di voler lavorare - dalla Casa Bianca -- affinche' si perpetui il senso che chiunque ce la puo' fare in America, non solo i ricchi (un resoconto del discorso di Michelle su America 2008).
Continua cosi' lo sforzo del Partito Democratico di forgiare un messaggio di unita' e speranza, e di mobilizzare tutti gli iscritti in favore del Senatore nero dall'Illinois.
Nonostante questo programma serrato di pubbliche relazioni, gli occhi di molti sono puntati sul voto di mercoledi' - quando i delegati verranno chiamati ad ufficializzare il proprio sostegno per Obama o Clinton. Si teme infatti che alcuni delegati arrabbiati di Hillary Clinton possano complicare la strada di Obama verso la Presidenza. Parecchi sostenitori di Hillary sono ancora indispettiti per come sono finite le primarie e sono convinti che la ex-First Lady sia stata sottoposta ad un trattamento ingiusto sia da parte del partito che dei media. "Sono venuta come delegata di Hillary," mi ha detto lunedi' pomeriggio Betty Wilson da Columbia in Missouri. "Voglio finire il mio lavoro."
Il fatto che la stessa Clinton abbia chiesto ai propri delegati, in una riunione improvvisata in un hotel di Denver lunedi' mattina, di appoggiare Obama, e che, inoltre, questa richiesta dovrebbe essere da lei reiterata in sede ufficiale di convention mercoledi', non sembra essere ancora sufficiente a convincere i piu' restii. "Tutto questo non significa affatto che non possiamo votare per chi vogliamo," continua Betty Wilson. Le chiedo se sia preoccupata che tale comportamento possa creare attriti e mettere in pericolo la vittoria di Obama a novembre. Betty mi risponde: "questa e' una democrazia! Non sono affatto preoccupata. Siamo stati eletti e mandati qui come delegati di Clinton e questo e' cio' che faremo."
Va detto, il numero di coloro che la pensano come Betty e' in continua diminuzione. Secondo un sondaggio di New York Times/CBS News condotto il 25 agosto, solo il 5% dei delegati eletti con Clinton dichiarano di non sostenere Obama. Circa il 30% lo ha accettato come candidato anche se con delle riserve, mentre due terzi ne sono oggi entusiasti. Al di la' dei numeri, anche un semplice sguardo al flusso costante di delegati che arrivano al Pepsi Center lunedi rivela una presenza minima di spillette Clinton for President, mentre dilagano magliette, cappellini e gadget vari inneggianti ad Obama.
"Oggi mi posso dire soddisfatta che Obama abbia scelto Biden come vice; e' uno che conosce bene la politica estera," mi ha detto, ad esempio, Linnette Garber, delegato da Laguna Niguel, California. Linnette continua a indossare spillette e adesivi di Clinton e ha tutte le intenzioni di votare per la Senatrice di New York mercoledi'. Pero' sta lentamente accettando l'idea di Obama Presidente. "Mi piace molto il fatto che possa convincere i giovani ad andare a votare." L'unica preoccupazione di Linnette e' che Obama e', anch'esso, solo l'ennesimo politico. "Speriamo che i giovani non se ne accorgano!"
Anne Morgan, invece, e' convinta sostenitrice del Senatore dell'Illinois. E' una delegata della Florida, lo stato che ha deciso le ultime due elezioni presidenziali, e la cui delegazione alla DNC era stata squalificata per poi essere riammessa solo negli ultimi giorni. Anne si dichiara certa che i democratici possano conquistare il Sunshine State. "Se continuamo a lavorare duro e a parlare alla gente, possiamo sicuramente vincere," mi ha detto. Scavando un po' piu' a fondo vengo a sapere che Anne Morgan viene dalla campagna della Florida centrale, un'area tradizionalmente repubblicana. Al di la' dell'ottimismo di occasione da candidata alla propria seconda convention nazionale, la signora Morgan ha dovuto confessare che forse non sara' cosi' facile prendersi alcune zone cruiciali dello stato: "Per quanto riguarda la mia contea, bisognera' stare a vedere."
Rivolgendosi agli spalti gremiti da un palcoscenico che sembra uscito da un film di fantascienza, Michelle ha raccontato della propria famiglia, delle difficolta' affrontate dai genitori per dare un futuro migliore ai propri figli, dei propri valori e di quelli di Barack. E' stata una celebrazione del sogno americano e la promessa di voler lavorare - dalla Casa Bianca -- affinche' si perpetui il senso che chiunque ce la puo' fare in America, non solo i ricchi (un resoconto del discorso di Michelle su America 2008).
Continua cosi' lo sforzo del Partito Democratico di forgiare un messaggio di unita' e speranza, e di mobilizzare tutti gli iscritti in favore del Senatore nero dall'Illinois.
Nonostante questo programma serrato di pubbliche relazioni, gli occhi di molti sono puntati sul voto di mercoledi' - quando i delegati verranno chiamati ad ufficializzare il proprio sostegno per Obama o Clinton. Si teme infatti che alcuni delegati arrabbiati di Hillary Clinton possano complicare la strada di Obama verso la Presidenza. Parecchi sostenitori di Hillary sono ancora indispettiti per come sono finite le primarie e sono convinti che la ex-First Lady sia stata sottoposta ad un trattamento ingiusto sia da parte del partito che dei media. "Sono venuta come delegata di Hillary," mi ha detto lunedi' pomeriggio Betty Wilson da Columbia in Missouri. "Voglio finire il mio lavoro."
Il fatto che la stessa Clinton abbia chiesto ai propri delegati, in una riunione improvvisata in un hotel di Denver lunedi' mattina, di appoggiare Obama, e che, inoltre, questa richiesta dovrebbe essere da lei reiterata in sede ufficiale di convention mercoledi', non sembra essere ancora sufficiente a convincere i piu' restii. "Tutto questo non significa affatto che non possiamo votare per chi vogliamo," continua Betty Wilson. Le chiedo se sia preoccupata che tale comportamento possa creare attriti e mettere in pericolo la vittoria di Obama a novembre. Betty mi risponde: "questa e' una democrazia! Non sono affatto preoccupata. Siamo stati eletti e mandati qui come delegati di Clinton e questo e' cio' che faremo."
Va detto, il numero di coloro che la pensano come Betty e' in continua diminuzione. Secondo un sondaggio di New York Times/CBS News condotto il 25 agosto, solo il 5% dei delegati eletti con Clinton dichiarano di non sostenere Obama. Circa il 30% lo ha accettato come candidato anche se con delle riserve, mentre due terzi ne sono oggi entusiasti. Al di la' dei numeri, anche un semplice sguardo al flusso costante di delegati che arrivano al Pepsi Center lunedi rivela una presenza minima di spillette Clinton for President, mentre dilagano magliette, cappellini e gadget vari inneggianti ad Obama.
"Oggi mi posso dire soddisfatta che Obama abbia scelto Biden come vice; e' uno che conosce bene la politica estera," mi ha detto, ad esempio, Linnette Garber, delegato da Laguna Niguel, California. Linnette continua a indossare spillette e adesivi di Clinton e ha tutte le intenzioni di votare per la Senatrice di New York mercoledi'. Pero' sta lentamente accettando l'idea di Obama Presidente. "Mi piace molto il fatto che possa convincere i giovani ad andare a votare." L'unica preoccupazione di Linnette e' che Obama e', anch'esso, solo l'ennesimo politico. "Speriamo che i giovani non se ne accorgano!"
Anne Morgan, invece, e' convinta sostenitrice del Senatore dell'Illinois. E' una delegata della Florida, lo stato che ha deciso le ultime due elezioni presidenziali, e la cui delegazione alla DNC era stata squalificata per poi essere riammessa solo negli ultimi giorni. Anne si dichiara certa che i democratici possano conquistare il Sunshine State. "Se continuamo a lavorare duro e a parlare alla gente, possiamo sicuramente vincere," mi ha detto. Scavando un po' piu' a fondo vengo a sapere che Anne Morgan viene dalla campagna della Florida centrale, un'area tradizionalmente repubblicana. Al di la' dell'ottimismo di occasione da candidata alla propria seconda convention nazionale, la signora Morgan ha dovuto confessare che forse non sara' cosi' facile prendersi alcune zone cruiciali dello stato: "Per quanto riguarda la mia contea, bisognera' stare a vedere."
Mentre le donne del Partito Democratico sono sotto osservazione da parte di giornalisti e esperti in America e nel mondo, una sfilata di personaggi curiosi e' arrivato al Pepsi Center per mettere in mostra i propri - spesso bizzarri - attributi, idee, convinzioni e talenti. Appoggiati sul marciapiede che conduce ai cancelli del grande palazzo dello sport, un po' a mo' di decorazione, ci si imbatte nei Rednecks for Obama (Redneck sono i contadini dell'America profonda) -- un gruppo che Toni Viessman dal Missouri ha ideato con lo scopo di rassicurare quegli Americani che "Obama non gli portera' via i fucili da caccia) -- i nonni per Obama, quelli-che-vogliono-ristabilire-il-valore-della-Costituzione-per-Obama, un clown abbigliato in una bandiera americana, e i sempre presenti anti-abortisti con le loro orride fotografie di feti a pezzettini. Oggi il loro leader grida: "Se volete avere una anticipazione di cosa ci succedera' se continueremo per questa strada (quella dell'aborto), andate in Europa. Ci sono tantissimi paesi in Italia, Francia e Germania che non hanno bambini. L'Europa e' morta!" Chi l'avrebbe mai detto che c'e' una relazione causale diretta tra diritto all'aborto e declino della popolazione...
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