Saint Paul, MN - Iran, Iraq e Russia rappresentano le questioni piu' preoccupanti per i delegati alla convention repubblicana di Saint Paul. L'accordo pero' finisce qui e le opinioni su come affrontare queste problematiche divergono sostanzialmente. In particolare per quanto riguarda l'Iran.
"Io sarei per attaccare l'Iran prima che acquisicano armi atomiche, anche nel breve periodo," mi ha detto Dennis Buchholtz dal Michigan. "Temo che se aspettiamo troppo e l'Iran arriva a mettere le mani sulla bomba atomica, Israele sara' il primo ad essere colpito e chissa' chi seguira'," ha dichiarato Buchholtz, confessando di apprezzare la politica pro-esercito di McCain e di temere il desiderio di de-militarizzazione mostrato da Barack Obama: "Non avremmo di certo vinto la Guerra Fredda se avessimo deciso per il disarmo, non si battono i nemici se ci si mostra deboli."
Karen Brownlee, Senatore al Congresso dello Stato del Kansas non mostra la stessa propensione all'uso della forza: "Dobbiamo rimanere vigili, abbiamo indicazioni sostanziali che l'Iran ha gia' le armi nucleari," mi ha detto, "ma preferirei non assistere ad un attacco militare."
Amy Borden dalla Georgia e' d'accordo: "L'Iran mi preoccupa e davvero non voglio vederli con delle armi atomiche, pero' dobbiamo concentrarci sullo sforzo diplomatico per ora."
"Sfortunatamente ci sono delle persone che vogliono il male di coloro che amano la liberta'," e' preoccupata Arlene Krings dal Kansas. "Io non mi fido del leader iraniano, ha gia' minacciato di radere al suolo Israele e vuole fare di tutti noi i suoi ostaggi," mi ha detto riferendosi al Presidente della Repubblica Islamica Mahmoud Ahmadinejad. Secondo Krings, l'unica ragione per cui l'Iran non e' ancora stata attaccata e' perche' c'e' anche li' della gente che ama la liberta' e gli Stati Uniti vogliono aiutarla: "Pero' ormai e' una questione di tempo. Se si cercano i negoziati ma le persone con cui si vuole parlare vogliono solo mangiarti a pranzo, allora bisogna cambiare strategia."
Al di la' delle differenze sull'Iran, i delegati repubblicani a Saint Paul ritrovano l'unita' nella generale soddisfazione espressa a proposito della performance del Presidente Bush come Comandante in Capo. "Ha fatto un lavoro eccellente," e' convinta Arlene Krings, "al massimo lo si puo' criticare per aver aspettato troppo a invadere l'Iraq nonostante conoscessimo le loro cattive intenzioni, nonostante Saddam Hussein stesse nascondendo i combattenti di Al Qaeda e nonostante avessero armi atomiche che sono poi state trasferite in Siria." Amy Borden sottolinea che, in fondo, dall'11 settembre sono passati sette anni senza altri attentati e quindi, al di la' di qualche piccolo errore, "Bush ha fatto davvero un buon lavoro."
Karen Brownlee, Senatore al Congresso dello Stato del Kansas non mostra la stessa propensione all'uso della forza: "Dobbiamo rimanere vigili, abbiamo indicazioni sostanziali che l'Iran ha gia' le armi nucleari," mi ha detto, "ma preferirei non assistere ad un attacco militare."
Amy Borden dalla Georgia e' d'accordo: "L'Iran mi preoccupa e davvero non voglio vederli con delle armi atomiche, pero' dobbiamo concentrarci sullo sforzo diplomatico per ora."
"Sfortunatamente ci sono delle persone che vogliono il male di coloro che amano la liberta'," e' preoccupata Arlene Krings dal Kansas. "Io non mi fido del leader iraniano, ha gia' minacciato di radere al suolo Israele e vuole fare di tutti noi i suoi ostaggi," mi ha detto riferendosi al Presidente della Repubblica Islamica Mahmoud Ahmadinejad. Secondo Krings, l'unica ragione per cui l'Iran non e' ancora stata attaccata e' perche' c'e' anche li' della gente che ama la liberta' e gli Stati Uniti vogliono aiutarla: "Pero' ormai e' una questione di tempo. Se si cercano i negoziati ma le persone con cui si vuole parlare vogliono solo mangiarti a pranzo, allora bisogna cambiare strategia."
Al di la' delle differenze sull'Iran, i delegati repubblicani a Saint Paul ritrovano l'unita' nella generale soddisfazione espressa a proposito della performance del Presidente Bush come Comandante in Capo. "Ha fatto un lavoro eccellente," e' convinta Arlene Krings, "al massimo lo si puo' criticare per aver aspettato troppo a invadere l'Iraq nonostante conoscessimo le loro cattive intenzioni, nonostante Saddam Hussein stesse nascondendo i combattenti di Al Qaeda e nonostante avessero armi atomiche che sono poi state trasferite in Siria." Amy Borden sottolinea che, in fondo, dall'11 settembre sono passati sette anni senza altri attentati e quindi, al di la' di qualche piccolo errore, "Bush ha fatto davvero un buon lavoro."
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