Minneapolis, MN - I sondaggisti americani sono sorpresi quanto il pubblico delle continue sorprese riservate da questa campagna elettorale 2008. L'ultima in ordine di tempo senza dubbio l'annuncio di Sarah Palin a candidata alla vice-Presidenza repubblicana. Tre dei piu' importanti esperti di rilevamenti statistici negli Stati Uniti -- Charlie Cook del Cook Political Report, Andrew Kohut del Pew Research Ceter e Bill McInturff del Public Opinion Strategies -- si sono trovati martedi' per discutere di quali siano le speranze e i desideri degli elettori americani e hanno ammesso una notevole incertezza quanto all'interpretazione dei dati che essi stessi continuano a raccogliere con i loro sondaggi: "Sto cercando di rimanere piu' umile di quanto non sia di solito, perche' questa campagna e' stata fin qui cosi' imprevedibile che non vedo perche' dovrebbe smettere ora," ha detto Charlie Cook, mentre Andrew Kohut si dichiarava immediatamente d'accordo: "Anche cerco di essere piu' cauto del solito nel fare predizioni: la situazione continua a cambiare rapidamente."
Offrendo una panoramica delle tendenze piu' recenti registrate fra gli elettori americani, Bill McInturff ha descritto un paese in cui la gente sente la fatica dell'intervento americano nel resto del mondo, a partire naturalmente con l'Iraq e l'Afghanistan. Di conseguenza, i numeri rilevano un elettorato che vuole guardare meno al di la' dei propri confini, nonostante nessuno pare abbia intenzione di abdicare al ruolo di super-potenza mondiale svolto dagli Stati Uniti.
Lo spostamento dell'attenzione del paese dai temi della sicurezza nazionale a quelli dell'economia e' senza dubbio uno dei dati piu' rilevanti. In poco piu' di un anno, dal settembre 2007 all'agosto del 2008, gli americani convinti che la guerra in Iraq fosse il problema piu' urgente da risolvere sono scesi dal 47% al 30%. Allo stesso tempo, coloro che pensano che l'economia necessiti dell'attenzione massima sono passati dal 24% al 45%. Considerato che l'aumento del prezzo della benzina e' tra le cause principali di questa tendenza statistica, non c'è da sorprendersi che molti americani desiderino un Presidente che si occupi dell'economia più di quanto non vogliano un Comandante in Capo che si occupi di arrestare la proliferazione delle armi nucleari, di combattere in Iraq e Afghanistan e di risolvere i conflitti con nazioni straniere ostili quali Iran, Corea del Nord e ormai anche Russia.
I sondaggi mostrano anche che gli americani sono stanchi dell'approccio unilaterale dell'Amministrazione Bush, con il 55% degli intervistati che dicono che gli Stati Uniti dovrebbero essere meno attivi sulla scena internazionale. Multilateralismo e cooperazione sono diventati cosi' termini dal significato positivo, nonostante il fatto che gli Americani continuano a ritenere che gli Stati Uniti siano la nazione piu' importante del mondo e sono determinati a eleggere un Presidente che ne garantisca la supremazia.
Al di la' delle problematiche vere proprie e delle piattaforme politiche che Barack Obama e John McCain offrono agli elettori, saranno le risposte ad una serie di altre domande a determinare il vincitore del voto di novembre. Andrew Kohut del Pew Research Center ha indicato alcune delle questioni piu' decisive, dalla reale partecipazione elettorale dei giovani -- che hanno contribuito in maniera importante alla vittoria di Obama nelle primarie, ma che tradizionalmente votano in percentuali basse-- alla mancanza di entusiasmo dei repubblicani, che potrebbero recarsi ai seggi in un numero minore di quello normalmente molto elevato.
Inoltre, entrambi i candidati hanno mostrato di avere problemi con la base storica dei propri partiti. Obama pare aver finalmente convinto gli Ispanici mentre continua a fare fatica con i lavoratori bianchi. Nel frattempo McCain deve riuscire a convincere tanti elettori che non governerà come ha fatto George W. Bush, che ha un tasso di approvazione modesto anche tra i repubblicani. Il Senatore dell'Arizona ha problemi anche con la destra conservatrice e bisognera' stare a vedere se la nomina di Sarah Palin aiutera' a migliorare questo rapporto. D'altro canto la Palin indebolisce le accuse di mancanza di esperienza contro Obama, visto che di esperienza ne ha ancora meno, e contemporaneamente potrebbe rendere il problema dell'eta' di McCain piu' preoccupante, visto che se dovesse succedere qualcosa a lui, Palin diventerebbe automaticamente Presidente.
"La selezione di Palin e' folle o geniale," ha detto Charlie Cook, prevedendo che gli elettori potranno amarla oppure odiarla, ma che non ci sono vie di mezzo. Secondo voci di corridoio, John McCain era determinato a scegliere l'ex-democratico e amico di lunga durata Joe Lieberman, ha spiegato Cook. A quanto pare, pero', la destra repubblicana ha fatto il possibile perche' questo non avvenisse. "McCain e' rimasto comunque del parere che il partito aveva bisogno di una scossa e, visto che non poteva scegliere Lieberman, ha provato con Palin," ha detto Cook.
Vale la pena sottolineare che John McCain si trova in una situazione molto differente da quella in cui opero' George W. Bush nel 2004. L'organizzazione sul territorio della campagna di McCain non e' neanche lontanamente cosi' efficiente come fu quella di Bush. "Se non sei organizzato bene, allora devi motivare la base," e' stato il commento di Cook. Il Governatore Palin ha sicuramente dato nuova energia alla destra religiosa, ma quale effetto la sua nomina avra' su quella parte piu' moderata della base repubblicana e' tutto da vedere.
Messo di fronte ad un contesto ostile, McCain ha provato con una mossa a sopresa. "E' davvero difficile predire una vittoria repubblicana sulla base dei sentimenti espressi dagli americani quanto allo stato della nazione e al lavoro svolto da George W. Bush," ha detto Andrew Kohut. "Se questa fosse un'elezione normale avrei trattato la vicenda Palin con una certa indifferenza e avrei semplicemente pensato che era una follia. Ma questa non e' una elezione normale!" ha concluso Cook.
Offrendo una panoramica delle tendenze piu' recenti registrate fra gli elettori americani, Bill McInturff ha descritto un paese in cui la gente sente la fatica dell'intervento americano nel resto del mondo, a partire naturalmente con l'Iraq e l'Afghanistan. Di conseguenza, i numeri rilevano un elettorato che vuole guardare meno al di la' dei propri confini, nonostante nessuno pare abbia intenzione di abdicare al ruolo di super-potenza mondiale svolto dagli Stati Uniti.
Lo spostamento dell'attenzione del paese dai temi della sicurezza nazionale a quelli dell'economia e' senza dubbio uno dei dati piu' rilevanti. In poco piu' di un anno, dal settembre 2007 all'agosto del 2008, gli americani convinti che la guerra in Iraq fosse il problema piu' urgente da risolvere sono scesi dal 47% al 30%. Allo stesso tempo, coloro che pensano che l'economia necessiti dell'attenzione massima sono passati dal 24% al 45%. Considerato che l'aumento del prezzo della benzina e' tra le cause principali di questa tendenza statistica, non c'è da sorprendersi che molti americani desiderino un Presidente che si occupi dell'economia più di quanto non vogliano un Comandante in Capo che si occupi di arrestare la proliferazione delle armi nucleari, di combattere in Iraq e Afghanistan e di risolvere i conflitti con nazioni straniere ostili quali Iran, Corea del Nord e ormai anche Russia.
I sondaggi mostrano anche che gli americani sono stanchi dell'approccio unilaterale dell'Amministrazione Bush, con il 55% degli intervistati che dicono che gli Stati Uniti dovrebbero essere meno attivi sulla scena internazionale. Multilateralismo e cooperazione sono diventati cosi' termini dal significato positivo, nonostante il fatto che gli Americani continuano a ritenere che gli Stati Uniti siano la nazione piu' importante del mondo e sono determinati a eleggere un Presidente che ne garantisca la supremazia.
Al di la' delle problematiche vere proprie e delle piattaforme politiche che Barack Obama e John McCain offrono agli elettori, saranno le risposte ad una serie di altre domande a determinare il vincitore del voto di novembre. Andrew Kohut del Pew Research Center ha indicato alcune delle questioni piu' decisive, dalla reale partecipazione elettorale dei giovani -- che hanno contribuito in maniera importante alla vittoria di Obama nelle primarie, ma che tradizionalmente votano in percentuali basse-- alla mancanza di entusiasmo dei repubblicani, che potrebbero recarsi ai seggi in un numero minore di quello normalmente molto elevato.
Inoltre, entrambi i candidati hanno mostrato di avere problemi con la base storica dei propri partiti. Obama pare aver finalmente convinto gli Ispanici mentre continua a fare fatica con i lavoratori bianchi. Nel frattempo McCain deve riuscire a convincere tanti elettori che non governerà come ha fatto George W. Bush, che ha un tasso di approvazione modesto anche tra i repubblicani. Il Senatore dell'Arizona ha problemi anche con la destra conservatrice e bisognera' stare a vedere se la nomina di Sarah Palin aiutera' a migliorare questo rapporto. D'altro canto la Palin indebolisce le accuse di mancanza di esperienza contro Obama, visto che di esperienza ne ha ancora meno, e contemporaneamente potrebbe rendere il problema dell'eta' di McCain piu' preoccupante, visto che se dovesse succedere qualcosa a lui, Palin diventerebbe automaticamente Presidente.
"La selezione di Palin e' folle o geniale," ha detto Charlie Cook, prevedendo che gli elettori potranno amarla oppure odiarla, ma che non ci sono vie di mezzo. Secondo voci di corridoio, John McCain era determinato a scegliere l'ex-democratico e amico di lunga durata Joe Lieberman, ha spiegato Cook. A quanto pare, pero', la destra repubblicana ha fatto il possibile perche' questo non avvenisse. "McCain e' rimasto comunque del parere che il partito aveva bisogno di una scossa e, visto che non poteva scegliere Lieberman, ha provato con Palin," ha detto Cook.
Vale la pena sottolineare che John McCain si trova in una situazione molto differente da quella in cui opero' George W. Bush nel 2004. L'organizzazione sul territorio della campagna di McCain non e' neanche lontanamente cosi' efficiente come fu quella di Bush. "Se non sei organizzato bene, allora devi motivare la base," e' stato il commento di Cook. Il Governatore Palin ha sicuramente dato nuova energia alla destra religiosa, ma quale effetto la sua nomina avra' su quella parte piu' moderata della base repubblicana e' tutto da vedere.
Messo di fronte ad un contesto ostile, McCain ha provato con una mossa a sopresa. "E' davvero difficile predire una vittoria repubblicana sulla base dei sentimenti espressi dagli americani quanto allo stato della nazione e al lavoro svolto da George W. Bush," ha detto Andrew Kohut. "Se questa fosse un'elezione normale avrei trattato la vicenda Palin con una certa indifferenza e avrei semplicemente pensato che era una follia. Ma questa non e' una elezione normale!" ha concluso Cook.
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