sabato 27 settembre 2008

L'America in miniatura nella terra di Re Elvis

Marion, Arkansas - Big John's Shake Shack, che ha in menu ventiquattro gusti diversi di frappe', e' uno dei pilastri della vita sociale a Marion, un paese di 11.000 abitanti nel sud est dell'Arkansas. Questo ristorante a gestione familiare, che si trova affianco alla superstrada I-55, e' anche' un microcosmo culturale dell'America, piantato nel cuore della terra di Elvis Presley. Memphis e' subito al di la' del Mississippi, a poche miglia di distanza, e Marion e', essenzialmente, un subborgo della citta' che un tempo fu di The King. "Ho aperto questo ristorante nel 1977, l'anno in cui mori' Elvis", dice la proprietaria Loretta Tacker indicando un poster appeso alla parete che fa pubblicita' a un concerto previsto per il 21 agosto 1977 a Hartford nel Connecticut. "Elvis non l'ha mai fatto quel concerto, perche' fu trovato morto il 16 agosto," ricorda Loretta. Assieme al marito John, la signora Tacker inauguro' questo posto appena finita l'universita'. I due si erano conosciuti frequentando lo stesso college cristiano, Harding University a Searcy in Arkansas. Dopo la laurea, Loretta, originaria dell'Illinois, segui' il marito nel suo paese natale di Marion. Bigh John, a cui e' dedicato il locale cosi' come un hamburger di nuova creazione, e' morto tre anni fa' e un collage di foto in cornice appeso al muro opposto a quello del poster di Elvis ne celebra la memoria.
All'ora di pranzo Big John e' un continuo via vai di clienti e Loretta, la figlia Lisa e le altre due cameriere sono indaffaratissime a servire la specialita' del locale, il pesce fritto. Seduto su una panchina di plastica gialla a uno dei tavoli del ristorante, Timothy Taylor ha finito di mangiare e ora legge intento il giornale locale. "Sono completamente depresso e disgustato da questa campagna elettorale," sospira Timothy, "ne' Obama ne' McCain sono la persona giusta." Sulla trentina, Timothy lavora nel settore informatico, e' impiegato dal distretto scolastico di Marion, ed e' uno tra i sostenitori arrabbiati di Hillary Clinton, seppur maschio. "Sono nato nel 1971. Bill Clinton ha cominciato a essere conosciuto nella politica dell'Arkansas nel 1974," ricorda Timothy nel tentativo di evidenziare quale influenza abbiano avuto i Clinton nella sua educazione politica. "In questo stato c'è praticamente un culto per Bill, la gente lo ama per quello che ha fatto, per come ha cambiato le nostre vite," sostiene Timothy. Figlio di un impiegato delle ferrovie e di un infermiere, Timothy Taylor e' convinto che la popolarita' di Bill si estenda automaticamente anche alla moglie Hillary: "Se Hillary fosse candidata, l'Arkansas sarebbe tutto blu [democratico]" Cosa che invece non e' affatto vera oggi. Secondo gli ultimi sondaggi dello stato, John McCain e' in vantaggio su Barack Obama con il 51% delle preferenze contro il 42%.
Timothy pensa che Obama non abbia l'esperienza per diventare presidente, ma non gli piace nemmeno McCain. "Avra' anche molta esperienza, ma non sopporto le sue politiche sociali, le sue posizioni in fatto di aborto e diritti degli omosessuali," dichiara Timothy. Dei due candidati alla vice-presidenza, da' un parere completamente opposto, ma altrettanto negativo: "A livello strategico credo che scegliere Sarah Palin sia stata una mossa brillante da parte dei repubblicani, perche' li puo' aiutare con i sostenitori di Hillary e perche' ha rientusiasmato gli evangelici che altrimenti non sarebbero andati a votare." Nonostante questo, a Timothy la Palin non piace: e' preoccupato della sua mancanza d'esperienza e avrebbe voluto vedere approfonditi i legami del marito Todd con il partito indipendentista dell'Alaska. Per quanto riguarda i democratici, Timothy pensa che sia stato "completamente stupido non scegliere Hillary. A suo parere Joe Biden ha esperienza ma e' noioso e non aggiunge nulla dal punto di vista strategico. In conclusione, Timothy Taylor, da sempre elettore democratico, votera' per Bob Barr, candidato del Libertarian Party. Pero' ci tiene a sottolineare che non si tratta tanto di un voto per Barr, "quanto di un voto contro Obama."
Piccolo proprietario di casa e single, Timothy e' preoccupato per la situazione economica e stupefatto del crollo di Wall Street e della proposta di intervento governativo da 700 miliardi. "Ho sempre creduto nel governo e nell'importanza del pagare le tasse per sostenere il sistema," dice Timothy, "ma questo caos mi sta facendo cambiare idea." Timothy e' particolarmente infastidito all'idea che qualcuno abbia approfittato della crisi finanziaria per arricchirsi ed e' frustrato dal fatto che nessuno a Washington, ne' repubblicani ne' democratici, sembri voler punire questa gente. "Voglio vedere delle azioni concrete contro coloro che hanno fatto i soldi mentre la gente perdeva la casa durante la vicenda dei mutui subprime," si arrabbia Timothy.
Nonostante personalmente non sia ancora stato colpito dalla crisi, in quanto dipendente pubblico e' piu' protetto, Timothy Taylor pensa che il peggio debba ancora arrivare. Racconta che i genitori di Marion, quest'anno stanno facendo fatica a comprare i quaderni e le penne per i figli e che i costi delle assicurazioni sanitarie sono impazziti. Nel suo caso, ad esempio, il governo dello stato versa 131 dollari al mese per la copertura delle spese mediche, mentre Timothy deve contribuire il resto. Fino ad oggi questo ha significato 68 dollari al mese, che pero' dal primo ottobre diventeranno 98. "E perf ortuna che ho solo una polizza individuale. Se ne avessi una familiare potrei arrivare a pagare fino a 1000 dollari al mese," sostiene Timothy. Ma c'è molto altro oltre l'economia di cui preoccuparsi secondo Timothy Taylor. Dice di essere "terrorizzato a morte dalla situazione in Medio-Oriente", e descrive l'Iran come "una bomba a orologeria". Infine, spera che il prossimo presidente possa riparare almeno un po' l'immagine degli Stati Uniti all'estero, cosi' danneggiata dall'Amministrazione Bush.
Anche l'investigatore privato Mike Morgan, che siede con qualche amico vicino a una parete dipinta di un effige di Elvis a misura d'uomo, si dice preoccupato per la situazione in Medio-Oriente, anche se la descrive in termini differenti: "Io temo il terrorismo e questi estremisti arabi/musulmani," borbotta Mke. E' convinto che gli Iraniani stiano per entrare in possesso delle armi nucleari e che vogliano usarle contro gli Stati Uniti. "Detestano l'America," pensa Mike. Da un lato, Mike Morgan riflette che le relazioni degli Stati Uniti con gran parte del resto del mondo sono di questi tempi problematiche perche' gli Stati Uniti hanno questa tendenza a fare da poliziotto per tutto il pianeta, compito che non gli spetterebbe di diritto. Dall'altro, Mike e' comunque persuaso che sia importante avere una presenza militare anche all'estero per proteggere la sicurezza di questo paese.
Mike Morgan si auto-descrive come un indipendente e professa di non essere mai stato fedele a nessuno dei due partiti. A novembre Mike votera' per McCain, convinto dalla scelta di Sarah Palin come candidato alla vice-presidenza: "Penso che sia una persona che dice le cose come stanno. Mi sembra che si relazioni bene alla gente comune," dice Mike per poi aggiungere che si trova d'accordo anche con le convinzioni sociali di Palin. Per altro, Mike non e' preoccupato dell'inesperienza del Governatore dell'Alaska e cita il fatto che anche i presidenti Carter, Reagan e Bush erano governatori prima di essere eletti alla Casa Bianca. Sebbene Mike consideri Obama un uomo di grande intelligenza, non si sente di fidarsi del Senatore dell'Illinois: "Non penso che dica quello che davvero sente." Inoltre, Mike accusa Obama di razzismo, riferendosi in particolare al rapporto molto criticato di Obama con il Reverendo Jeremiah Wright, che Obama ha finito per abbandonare, e all'affermazione fatta da Michelle Obama qualche mese fa che si sarebbe sentita per la prima volta quest'anno orgogliosa dell'America.
Sulla sessantina, gentile ma abrasivo (Mike Morgan aveva attaccato bottone mentre facevo foto all'interno di Big John's per chiedermi se per caso fossi una terrorista che prendeva informazioni con l'idea di fare esplodere il locale in seguito), padre di tre figli adulti e marito di una casalinga, Mike e' come tutti preoccupato dall'economia: "La gente non ha piu' soldi," si lamenta. Si e' ormai lasciato convincere che l'intervento governativo su Wall Street sia necessario a questo punto, pero' guarda con sufficienza al tribolare politico che ha occupato Casa Bianca e Congresso negli ultimi giorni: "Si stanno comportando come i classici politici di Washington. Avrebbero dovuto cominciare a fare qualcosa in proposito molto tempo fa'."
L'unica che non pare troppo nervosa, almeno a livello personale, e' la proprietaria Loretta Tacker. Oggi Loretta indossa la camicia azzurra di quello che parrebbe un pigiama, con una fantasia di cuori rosa e schizzi del volto di Elvis Presley. "Gli affari vanno benissimo per noi," sostiene Loretta, "La gente comunque deve mangiare, anche quando l'economia va male." Il suo ristorante in stile anni cinquanta e ricoperto di oggettistica a tema Elvis ha una clientela di aficionados locali cosi' come di passanti in viaggio tra l'Arkansas e il Tennessee sulla I-55, che passa praticamente sopra Big John's. Loretta e' repubblicana da una vita e sembra soddisfatta di John McCain. Le piace anche il Presidente Bush, che secondo Loretta ha fatto tante cose importanti per il paese. Come cristiana conservatrice, Sarah Palin l'ha naturalmente conquistata: "E' davvero bella," dice Loretta sorridendo. La sua preoccupazione piu' grande e' la sicurezza nazionale e "i terroristi che cercano continuamente nuovi mezzi per attaccare l'America." Loretta si rende anche conto che, alla fine, l'economia potrebbe davvero colpire tutto il paese: "si fa fatica a crederci," commenta, "pero' potremmo finire con una nuova Grande Depressione."
Nonostante tutto, Loretta Tacker confessa di non seguire la politica da vicino. Big John's Shake Shack e' aperto dal lunedi' al giovedi dalle 7 del mattino alle 8 di sera e il venerdi' rimane aperto fino a tardi. Il sabato e la domenica, cosi' come il mercoledi' sera, Loretta va in chiesa: "Come vedi non mi rimane molto tempo per la politica," conclude prima di ritornare in cucina a friggere dell'altro pesce.

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