lunedì 27 ottobre 2008

Obama e il lavoro sul campo in Virginia

Virginia Beach, VA - Il Washington Post apre la settimana con i risultati di un nuovo sondaggio: Barack Obama conduce su John McCain in Virginia, di ben otto punti percentuali. La Virginia e' uno stato tradizionalmente repubblicano e quest'anno, invece, e' considerato fra i piu' contesi e decisivi. Secondo molti esperti, e secondo il Washington Post, il possibile successo dei democratici in Virginia e' dovuto in gran parte alla mobilitazione sul territorio che Obama e' stato in grado di mettere assieme da un anno a questa parte.
La campagna elettorale del Senatore dell'Illinois ha aperto oltre 50 uffici in giro per lo stato e impiega oltre 250 dipendenti pagati. A cui vanno aggiunti le migliaia di volontari e tutti coloro che operano in parallelo alla campagna ufficiale di Obama. Ad esempio Teya Kelley.
Teya e' una sindacalista che normalmente lavora a Washington DC per SEIU, Service Employees International Union (il sindacato dell'industria alberghiera ad esempio). Dai primi di settembre, assieme ad altre decine di impiegati del sindacato, Teya e' diventata un'inviata speciale e ha deciso di trasferirsi a Virginia Beach, nel sud est della Virginia, in una delle contee che potrebbero decidere le elezioni.
"La campagna non fa altro che ripetere che questa e' la contea decisiva dello stato decisivo", mi ha detto Teya, che sono andata a trovare mentre andava porta a porta sotto la pioggia questo sabato.
Nei giorni lavorativi, stipendiata dal sindacato che le paga anche l'alloggio e la macchina a nolo, Teya ha girato per la contea registrando nuovi elettori e, finito il periodo in cui era consentita la registrazione, ora sta tornando a trovare i nuovi registrati per educarli al voto e dargli tutte le informazioni pratiche necessarie, dall'indirizzo del seggio all'orario d'apertura.
Visto che i sindacati possono ufficialmente dichiarare il proprio sostegno per un candidato, ma non possono pagare i propri dipendenti perche' facciano campagna elettorale per tale candidato, si sono trovate modalita' diverse di aiutare la candidatura di Obama. SEIU, ad esempio, concentra i propri sforzi di registrazione di nuovi elettori nei quartieri a basso redditto e sorpattuto afro-americani, tradizionalmente piu' inclini a votare democratico. Il compito del sindacalista, pero', deve essere rigidamente bipartisan: "Mi e' capitato varie volte di dover registrare un repubblicano", mi ha raccontato Teya mostrando un certo fastidio.
Nel weekend, invece, libera dall'incarico ufficiale con SEIU, Teya si dedica al volontariato per Obama for America. In queste ultime settimane prima del voto, il lavoro dei volontari sul campo si concentra sui distretti piu' sicuri. Si va porta a porta a assicurarsi che gli elettori democratici vadano a votare. E nel frattempo si cerca di reclutare altri volontari, cosi' da rimpolpare ulteriormente le file gia' massiccie della squadra di Obama.
Virginia Beach e' la sede della Marina americana per tutto l'Atlantico e il Mediterraneo. E' la piu' grande base navale al mondo. Sei portaerei nucleari sono attraccate al largo della costa. In un cantiere fuori citta' si costruiscono altre portaerei nucleari. Di conseguenza, il complesso industriale militare e' il fulcro dell'economia della regione e anche la ragione principale della presenza di un contingente solitamente maggioritario di conservatori.
Nonostante alcuni quartieri di Virginia Beach siano stati vinti da George W. Bush nel 2004 con oltre il sessanta percento delle preferenze, la vicina Norfolk e' andata a Kerry e vi sono aree di Virginia Beach stessa con una prevalenza di afro-americani. Quest'anno Obama spera di vincere lo stato e sa che la vittoria dipende da due considerazioni: Innanzitutto deve cercare di mitigare la sconfitta nelle zone tradizionalmente repubblicane. In secondo luogo, i democratici devono travolgere McCain nelle zone da sempre piu' progressiste.
Affinche' i democratici possano ottenere questo risultato, il fattore fondamentale in Virginia, piu' che la conversione degli indecisi, sara' la partecipazione al voto, in particolare da parte degli afro-americani e delle famiglie a reddito piu' basso che per anni non sono andati a votare consapevoli che comunque lo stato sarebbe andato ai repubblicani.
La giornata passata a bussare sulle porte degli elettori con Teya ne e' stata prova. Le liste di indirizzi che i democratici danno ai propri canvasser sono gia' state controllate piu' e piu' volte. Alcune delle persone che ci hanno aperto la porta hanno lamentato il fatto che la campagna di Obama li aveva gia' contattati in almeno altre tre occasioni. I repubblicani sono stati tolti dall'elenco e gli indecisi rimangono su liste separate che vengono utilizzate per diffondere un messaggio diverso da quello che Teya ha portato in giro sabato. La maggior parte della forza lavoro di Obama si dedica, nelle ultime settimane prima del voto, a convincere i propri sostenitori a andare a votare "rain or shine" (che sia bel tempo o che piova).
In una giornata di tempo grigio e umido, in cui stare all'aperto fa davvero poca voglia, Teya cammina per ore sotto la pioggia e bussa su circa sessanta porte. Riesce a reclutare cinque nuovi volontari che a partire dall'indomani si offrono di partecipare alle operazioni di mobilitazione democratica, replicando quello che Teya fa da due mesi. Quando puo', Teya racconta della possibilita' del voto anticipato, ad esempio a una giovane recluta che deve partire per l'addestramento questo martedi' e dunque non potra' recarsi ai seggi il 4 novembre e a una signora con una gamba rotta. Nonostante questo sia un quartiere misto di bianchi e neri, quelli con cui parliamo sono tutti afro-americani. Molti di loro non hanno votato nel 2004. Tutti sembrano assolutamente intenzionati a non mancare a quello che Teya chiama "l'appuntamento con la storia". Se cosi' sara' davvero, Obama potrebbe mettere le mani su uno stato del sud che non vota democratico dal 1968.


Nessun commento: