mercoledì 10 dicembre 2008

Un altro giorno in Afghanistan

Washington D.C. -- E' stato annunciato nelle ultime settimane che 20.000 nuovi soldati americani verranno mandati in Afghanistan gia' all'inizio del 2009. Del resto e' noto che Barack Obama ha fatto dell'Afghanistan uno dei punti chiavi del proprio programma di politica estera, assieme al Pakistan e all'Iran, e in qualche modo davanti all'Iraq.
Nelle basi militari statunitensi e' gia' cominciata la preparazione, in particolare a Fort Drum nello stato di New York, dove la Terza Brigata della Decima Divisione di Montagna dell'esercito era in procinto di partire per l'Iraq e, fino a poco tempo fa, si stava addestrando a combattere nel deserto contro una popolazione indigena di lingua araba.
Poi all'improviso e' arrivato l'ordine da Washington: Si parte per le montagne dell'Asia Centrale e non per le sabbie del Medio Oriente. E cosi' la Terza Brigata e' stata mandata a scalare le montagne del Vermont per acclimatizzarsi ai picchi afghani e sono stati assunti nuovi attori di lingua Pashtu, Urdu e via dicendo, per sostenere il ruolo dei nemici talibani.
L'arrivo di questo nuovo contingente di soldati a stelle e strisce offre qualche speranza di una diminuzione almeno parziale della violenza e dell'instabilita' che ormai si e' rimpossessata del paese del Presidente Amid Karzai.
Nel frattempo pero', proprio mercoledi', un gruppo di soldati americani in pattuglia ha ucciso per sbaglio sei poliziotti dell'esercito nazionale afghano, confusi, nel chaos che regna sovrano nel paese, per militanti islamici.
Questo pezzo, pubblicato sullo scorso numero del New Yorker e scritto dalla piccola provincia di Pashmul nel sud dell'Afghanistan dove le forze NATO stanno utilizzando la minoranza Hazara per combattere i Talebani, e' imperdibile per coloro che vogliano avere un'idea di quali siano le condizioni geografiche, economiche, politiche e culturali, in cui le truppe di Europa e Stati Uniti stanno cercando di battere i militanti locali e quelli che arrivano dal Pakistan.

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