venerdì 4 aprile 2008

K Street - Il mondo dell lobby/2

Washington DC - L'intreccio di politica, campagne elettorali e sistema di lobbying non finisce di creare scalpore.
Mark Penn si e' dimesso domenica dal rulo di principale stratega della campagna elettorale di Hillary Clinton, dopo la polemica scoppiata la settimana scorsa a proposito della doppia attivita' professionale di Penn, per la ex-first lady da un lato, e come lobbyista professionista dall'altro.
Lunedi' scorso, Mark Penn aveva incontrato privatamente l'Ambasciatore colombiano a Washington per discutere di un accordo di libero scambio tra Stati Uniti e Colombia che il Presidente Bush (che ha poteri di negoziatore unico in tutti gli accordi commerciali contrattati da Washington) potrebbe spedire al Congresso per l'autorizzazione definitiva la settimana prossima.
La vicenda interessante e' che Hillary Clinton, cosi' come per altro Barack Obama, si e' gia' dichiarata contraria al trattato e ha fatto dell'opposizione ad altri accordi dello stesso genere, come ad esempio NAFTA, uno dei cavalli di battaglia della propria campagna elettorale.
Il problema e' che Mark Penn, che come titolare della societa' di consulenza politica Penn, Schoen & Berland Associates ha ricevuto un compenso di oltre 10 milioni di dollari dalla Senatrice dello Stato di New York per i servizi prestati fino a febbraio, ha organizzato l'incontro con l'Ambasciatore della Colombia nelle vesti di Presidente Esecutivo di Burson-Marsteller Worldwide, una differente societa' di lobbying che si occupa generalmente di clienti internazionali e che ha firmato un contratto con l'Ambasciata colombiana nel marzo 2007 per 300.000 dollari.
Venerdi' Mark Penn aveva rilasciato una dichiarazione ufficiale scusandosi per l'incidente: "L'incontro e' stato chiaramente un errore di cui mi dispiaccio e che non verra' ripetuto. L'opposizione del Senatore all'accordo di libero scambio e' ben nota e non e' stato tra gli argomenti della conversazione con l'Ambasciatore", ha detto Penn.
Josh Marshall del blog Talking Points Memo commentava cosi' l'accaduto: "Ci sono talmente tante ragioni per cui un candidato dovrebbe pagare Mark Penn affinche' stia alla larga dalla sua campagna elettorale. E questa e' un'altra ancora".
Evidentemente le scuse di Penn non sono state sufficienti e Clinton ha deciso di seguire il consiglio di Josh Marshall.

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