Washington D.C. - La moda di attaccare i giudici ha lasciato i confini italiani ed e' arrivata fino a Washington D.C., nella persona del candidato repubblicano alla Casa Bianca John McCain.
Nel giorno in cui si e' votato nelle primarie in Indiana e North Carolina, il Senatore dell'Arizona ha tenuto un discorso in cui ha spiegato la propria visione della Costituzione americana e l'approccio che intende avere, da presidente, rispetto alla democrazia statunitense.
McCain ha sottolineato come le radici del governo di questo paese affondino nella tradizione della separazione dei poteri esecutivo, legislativo e giudiziario. "In America", ha detto McCain, "i limiti costituzionali al potere sono altrettanto fondamentali che l'esercizio stesso del potere, se non di piu'".
Nonostante questa apertura costituzionalista, che potrebbe fare pensare ad una critica implicita all'Amministrazione Bush e ai ripetuti tentativi fatti in questi ultimi 7 anni di ampliare il ruolo dell'Esecutivo, McCain ha invece preso esattamente la medesima strada percorsa dal presidente attuale. Lamentandosi del fatto che "purtroppo esiste una grande eccezione al rispetto dei principi di separazione dei poteri", il candidato repubblicano si e' scagliato contro i giudici e "l'abituale e sistematico abuso delle corti federali da parte di coloro cui e' stato affidato il potere giudiziario". I magistrati, "garantiti da una nomina a vita, mostrano ben poco rispetto per l'autorita' del presidente, del Congresso, e degli stati dell'Unione. Mostrano ancor meno interesse per i desideri del popolo americano", ha proseguito McCain nella sua invettiva.
Di recente, ed in risposta ad un questionario inviato a tutti i candidati alla Casa Bianca dal quotidiano The Boston Globe, McCain si era rifiutato di rispondere a una domanda in proposito: "Secondo lei, l'amministrazione Bush ha cercato di arrogarsi o di esercitare il potere esecutivo con modalita' che sono incostituzionali? O semplicemente, trova che abbia mai mostrato poco buon senso?"
Per dare un'idea piu' completa della vicenda, vale la pena riportare invece la risposta data da Barack Obama: "Non sono d'accordo con l'idea, suggerita in un documento del Dipartimento di Stato, che il Presidente abbia diritto di fare qualsiasi cosa ritenga necessaria per proteggere la sicurezza nazionale, e che abbia il diritto di torturare i prigionieri, infrangendo il mandato datogli dal Congresso. . .Sono convinto che l'uso dell'autorita' esecutiva fatto dall'Amministrazione nel mantenere la segretezza su quante piu' decisioni possibili sia una cattiva idea. Dobbiamo ritrovare l'equilibrio tra cio' che deve rimanere segreto e la necessita' di trasparenza nella nostra democrazia".
In sostanza, anche in fatto di pensiero costituzionale, John McCain sembrerebbe aver scelto di rimanere fedele alla linea Bush.
Nessun commento:
Posta un commento