Washington D.C. - Vision of Humanity, un'organizzazione non-profit australiana che lavora per trovare una strategia comune per la soluzione di una serie di problemi diversi ma collegati che minacciano la pace nel mondo (dalla poverta al global warming), ha di recente pubblicato i risultati del Global Peace Index 2008, un progetto ideato in collaborazione con l'imprenditore australiano Steve Killelea.
Si tratta di una classifica di 140 paesi, giudicati in base a 24 parametri. L'indice tiene conto, ad esempio, del numero di conflitti esterni ed interni in cui un paese e' stato coinvolto tra il 2001 e il 2006, le relazioni intrattenute con le nazioni confinanti, il numero di morti sofferte a causa di un conflitto, la spesa militare come percentuale del prodotto interno lordo, e il numero dei cittadini che appartengono alle forze armate.
Vince l'Islanda, seguita dalla Danimarca e dalla Norvegia. L'Italia e' ventottesima. Gli Stati Uniti fanno una figuraccia e si piazzano al novantasettesimo posto, dietro, fra gli altri, anche alla Syria, all'Indonesia e alla Cina. Ancor peggiore il risultato di Israele che finisce quint'ultimo. Seguono solamente l'Afghanistan, il Sudan, la Somalia e, fanalino di coda, l'Iraq.
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