Washington D.C. - Hillary Clinton ha deciso infine di lasciare che Barack Obama diventi il candidato alla Presidenza del Partito Democratico e si entra cosi' ufficialmente nella fase finale di questa lunghissima campagna elettorale. Nei prossimi cinque mesi gli occhi del paese si concentreranno sul duello Obama-McCain in attesa di decidere a novembre chi dei due avra' diritto di accomodarsi alla Casa Bianca.
Nel frattempo si torna a parlare di economia e recessione, dopo che nelle ultime settimane l'argomento era passato in secondo piano in particolare perche' si sperava che la questione potesse essere risolta con piu' facilita' del previsto.
Invece, gli ultimi indicatori dell'economia americana riaccendono i timori peggiori.
Il tasso di disoccupazione e' cresciuto sostanzialmente nel mese di maggio (toccando il 5,5% contro il 5% registrato in aprile), mentre quello di occupazione si e' contratto per il quinto mese consecutivo. Il mese scorso, secondo questo indice, sono stati persi 49.000 posti di lavoro, cifra che porta il totale dall'inizio dell'anno a 324.000. Nello stesso giorno in cui questi dati venivano pubblicati, il prezzo del petrolio ha toccato un nuovo record, il dollaro e' tornato a scendere contro l'euro, e l'indice della borsa americana per i titoli industriali Dow Jones e' crollato di quasi 400 punti.
La crescita della disoccupazione associata con il rialzo dei prezzi del cibo e del petrolio ha causato un picco nel cosidetto "indice della miseria" - la somma di disoccupazione e tasso d'inflazione -, che ha toccato quota 9,4, ovvero il livello piu' alto registrato dalla recessione dei primi anni novanta.
La cosa deve preoccupare John McCain, che come candidato continua a presentare un programma incentrato sulla sicurezza nazionale (e' sufficiente qui segnalare che la campagna del Senatore dell'Arizona ha appena lanciato una serie di spot televisivi che parlano di guerra e intitolati "Safe") e decisamente limitato per quanto riguarda i temi dell'economia, al contrario di Barack Obama, che dall'inizio della campagna per le primarie ha fatto dell'economia uno dei punti chiave della propria candidatura.
Invece, gli ultimi indicatori dell'economia americana riaccendono i timori peggiori.
Il tasso di disoccupazione e' cresciuto sostanzialmente nel mese di maggio (toccando il 5,5% contro il 5% registrato in aprile), mentre quello di occupazione si e' contratto per il quinto mese consecutivo. Il mese scorso, secondo questo indice, sono stati persi 49.000 posti di lavoro, cifra che porta il totale dall'inizio dell'anno a 324.000. Nello stesso giorno in cui questi dati venivano pubblicati, il prezzo del petrolio ha toccato un nuovo record, il dollaro e' tornato a scendere contro l'euro, e l'indice della borsa americana per i titoli industriali Dow Jones e' crollato di quasi 400 punti.
La crescita della disoccupazione associata con il rialzo dei prezzi del cibo e del petrolio ha causato un picco nel cosidetto "indice della miseria" - la somma di disoccupazione e tasso d'inflazione -, che ha toccato quota 9,4, ovvero il livello piu' alto registrato dalla recessione dei primi anni novanta.
La cosa deve preoccupare John McCain, che come candidato continua a presentare un programma incentrato sulla sicurezza nazionale (e' sufficiente qui segnalare che la campagna del Senatore dell'Arizona ha appena lanciato una serie di spot televisivi che parlano di guerra e intitolati "Safe") e decisamente limitato per quanto riguarda i temi dell'economia, al contrario di Barack Obama, che dall'inizio della campagna per le primarie ha fatto dell'economia uno dei punti chiave della propria candidatura.
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