Denver, CO - Domenica mattina sono tornata a trovare Ron Kovic, l'autore di Nato il 4 luglio, che avevo incontrato al mio arrivo all'aeroporto di Denver sabato. L'ho trovato nella sua sedia a rotelle sulla scalinata d'ingresso del Campidoglio dello stato del Colorado che parlava ad una manifestazione contro la guerra in Iraq. "Non resteremo silenziosi mentre precipitiamo nella notte oscura dell'America," l'ho sentito urlare ad un pubblico di circa 700 persone radunato ai piedi della scalinata. "Sono qui per farla finita con questa guerra," mi ha detto successivamente. "Io lo so cosa significa la guerra, ho avuto a che fare con gli effetti della guerra per quarant'anni, da quando sono in questa carrozzella."
I partecipanti erano membri di varie organizzazioni di attivisti, dagli ambientalisti a gruppi femministi; l'opposizione alla guerra era il comune denominatore. Un'organizzazione chiamata Recreate '68, che ha lo scopo di rivitalizzare le passioni che resero il movimento studentesco del 1968 famoso nel mondo, sta dietro la manifestazione. Mark Cohen, uno degli organizzatori, ha spiegato al pubblico la necessita' di ricreare il '68; "Nel 1968 gli Americani avevano capito che la scelta tra un repubblicano e un democratico non e' affatto una scelta. Il minore tra due mali e' comunque male."
Alcuni tra gli attivisti presenti sono apparsi convinti. Celeste Kindler lavora per una societa' di marketing a Denver. E' venuta oggi perche e' convinta che questa sia una elezione molto importante. "Le scelte che abbiamo di fronte non sono un gran che," mi ha detto. "Bisogna davvero che la gente si impegni per riprendere in mano le redini del nostro governo." Secondo Celeste sia Obama che McCain sono dei venduti. Durante le primarie lei era una sostenitrice del candidato libertario Ron Paul, che predicava l'abbattimento delle tasse e la riduzione della dimensione del governo federale. Una scelta questa molto emblematica dell'estremo eclettismo delle filosofie politiche dei presenti.
A qualche metro di distanza uno striscione disteso sull'erba recita; "Muqtada Al-Sadr: Solidarieta' Anti-Imperialista". Jeff Beryhill, uno studente da Olympia nello Stato di Washington, e' fra coloro che lo ha portato fin qui. Sono gli Students for a Democratic Society, eredi lontani di un omonimo gruppo radicale di sinistra che divenne molto popolare negli anni '60. "Come cittadini di un paese che sta occupando una terra straniera, e' importante sostenere la battaglia globale per l'indipendenza del Sud del mondo," mi ha spiegato Jeff. "Muqtada Al Sadr e' uno tra i piu' forti oppositori della presenza americana in Iraq ed e' per questo che siamo con lui."
A parte coloro che continuano ad apprezzare il messaggio di Recreate '68 e scelgono di non prendere parte in alcuna maniera alla politica americana mainstream (molti di essi non voteranno nemmeno), un sorprendente numero di partecipanti alla manifestazione ha dichiarato l'intenzione di votare per Obama. Sandy Szewczyk e' una donna di mezz'eta' originaria dell'Ukraina. "Anche io sono d'accordo che si debba finire questa guerra," mi ha detto. "Ma l'unico modo di fare qualcosa in proposito e' votare Barack Obama, perche' Obama non ha mai voluto questa guerra." Joan Spero e' qui con la Loretto Community, un gruppo di suore politicamente attivo. "Sono venuta perche' sono contraria alla guerra e alla violenza in ogni sua forma," Joan mi ha spiegato. "Dobbiamo andarcene dall'Iraq e ridare il paese agli Iracheni, coloro che lo possegono." Anche Joan votera' per Obama a novembre. "Penso rappresenti un nuovo inizio, di cui abbiamo tremendamente bisogno in questo momento." Altre donne sono membri di Code Pink, una tra le piu' attive, e talvolta distruttive, organizazzioni contro la guerra negli Stati Uniti. Edina Vogan, di Phoenix in Arizona, e' molto soddisfatta della manifestazione; "Penso sia fantastico che si possa dare spazio alla gente perche' parli contro la guerra." Edwina e' per Obama; "Ho grande fiducia in lui," mi ha detto.
Quasi nessuno tra questi sostenitori di Obama e' preoccupato che gli attivisti che decideranno di non andare alle urne o di votare per un candidato di un terzo partito, quale ad esempio il Green Party, possa in qualche modo mettere a repentaglio la vittoria di Obama. La maggior parte di coloro con cui ho parlato mi hanno detto che una manifestazione di questo genere e' semplicemente un modo di ricordare al Partito Democratico delle tematiche che stanno a cuore alla sua ala piu' progressista. "Piu' la gente si fa' sentire, piu' i politici ascoltano," mi ha detto Edwina. "La democrazia non si fa' dall'alto, ma dal basso."
Delle tante filosofie politiche, dai molto moderati ai molto progressisti, che cercano in un modo o nell'altro di guadagnare maggiore rilevanza all'interno del partito dell'asinello, bisognera' stare a vedere quante Barack Obama sara' in grado di soddisfare con il proprio programma politico senza inimicarsi le altre.
Alla fine del raduno, il pubblico, che a quel punto aveva superato quota mille, si e' messo in marcia verso il Pepsi Center, in cui lunedi' si aprono i lavori della Convention. Poliziotti in assetto anti-somossa sorvegliavano il corteo. La marcia e' stata per lo piu' pacifica, anche quando i dimostranti hanno passato un gruppetto di circa trenta persone che, cantando l'inno nazionale, tenevano in mano cartelloni innegianti John McCain, i veterani di guerra, e volti a commemorare l'11 settembre. Un cartello recitava; "A volte la guerra e' la risposta piu' adeguata." Un'altro faceva eco; "La guerra e' brutta, il terrorismo e' peggio". L'unico incidente degno di nota, anche se marginale, si e' sviluppato quando i giornalisti di Fox News hanno cercato di filmare il corteo e alcuni attivisti li hanno aggrediti e cacciati via. La Fox News e' il canale televisivo di Rupert Murdoch e notoriamente di segno conservatore e non e' per nulla amato dagli attivisti di sinistra.
I partecipanti erano membri di varie organizzazioni di attivisti, dagli ambientalisti a gruppi femministi; l'opposizione alla guerra era il comune denominatore. Un'organizzazione chiamata Recreate '68, che ha lo scopo di rivitalizzare le passioni che resero il movimento studentesco del 1968 famoso nel mondo, sta dietro la manifestazione. Mark Cohen, uno degli organizzatori, ha spiegato al pubblico la necessita' di ricreare il '68; "Nel 1968 gli Americani avevano capito che la scelta tra un repubblicano e un democratico non e' affatto una scelta. Il minore tra due mali e' comunque male."
Alcuni tra gli attivisti presenti sono apparsi convinti. Celeste Kindler lavora per una societa' di marketing a Denver. E' venuta oggi perche e' convinta che questa sia una elezione molto importante. "Le scelte che abbiamo di fronte non sono un gran che," mi ha detto. "Bisogna davvero che la gente si impegni per riprendere in mano le redini del nostro governo." Secondo Celeste sia Obama che McCain sono dei venduti. Durante le primarie lei era una sostenitrice del candidato libertario Ron Paul, che predicava l'abbattimento delle tasse e la riduzione della dimensione del governo federale. Una scelta questa molto emblematica dell'estremo eclettismo delle filosofie politiche dei presenti.
A qualche metro di distanza uno striscione disteso sull'erba recita; "Muqtada Al-Sadr: Solidarieta' Anti-Imperialista". Jeff Beryhill, uno studente da Olympia nello Stato di Washington, e' fra coloro che lo ha portato fin qui. Sono gli Students for a Democratic Society, eredi lontani di un omonimo gruppo radicale di sinistra che divenne molto popolare negli anni '60. "Come cittadini di un paese che sta occupando una terra straniera, e' importante sostenere la battaglia globale per l'indipendenza del Sud del mondo," mi ha spiegato Jeff. "Muqtada Al Sadr e' uno tra i piu' forti oppositori della presenza americana in Iraq ed e' per questo che siamo con lui."
A parte coloro che continuano ad apprezzare il messaggio di Recreate '68 e scelgono di non prendere parte in alcuna maniera alla politica americana mainstream (molti di essi non voteranno nemmeno), un sorprendente numero di partecipanti alla manifestazione ha dichiarato l'intenzione di votare per Obama. Sandy Szewczyk e' una donna di mezz'eta' originaria dell'Ukraina. "Anche io sono d'accordo che si debba finire questa guerra," mi ha detto. "Ma l'unico modo di fare qualcosa in proposito e' votare Barack Obama, perche' Obama non ha mai voluto questa guerra." Joan Spero e' qui con la Loretto Community, un gruppo di suore politicamente attivo. "Sono venuta perche' sono contraria alla guerra e alla violenza in ogni sua forma," Joan mi ha spiegato. "Dobbiamo andarcene dall'Iraq e ridare il paese agli Iracheni, coloro che lo possegono." Anche Joan votera' per Obama a novembre. "Penso rappresenti un nuovo inizio, di cui abbiamo tremendamente bisogno in questo momento." Altre donne sono membri di Code Pink, una tra le piu' attive, e talvolta distruttive, organizazzioni contro la guerra negli Stati Uniti. Edina Vogan, di Phoenix in Arizona, e' molto soddisfatta della manifestazione; "Penso sia fantastico che si possa dare spazio alla gente perche' parli contro la guerra." Edwina e' per Obama; "Ho grande fiducia in lui," mi ha detto.
Quasi nessuno tra questi sostenitori di Obama e' preoccupato che gli attivisti che decideranno di non andare alle urne o di votare per un candidato di un terzo partito, quale ad esempio il Green Party, possa in qualche modo mettere a repentaglio la vittoria di Obama. La maggior parte di coloro con cui ho parlato mi hanno detto che una manifestazione di questo genere e' semplicemente un modo di ricordare al Partito Democratico delle tematiche che stanno a cuore alla sua ala piu' progressista. "Piu' la gente si fa' sentire, piu' i politici ascoltano," mi ha detto Edwina. "La democrazia non si fa' dall'alto, ma dal basso."
Delle tante filosofie politiche, dai molto moderati ai molto progressisti, che cercano in un modo o nell'altro di guadagnare maggiore rilevanza all'interno del partito dell'asinello, bisognera' stare a vedere quante Barack Obama sara' in grado di soddisfare con il proprio programma politico senza inimicarsi le altre.
Alla fine del raduno, il pubblico, che a quel punto aveva superato quota mille, si e' messo in marcia verso il Pepsi Center, in cui lunedi' si aprono i lavori della Convention. Poliziotti in assetto anti-somossa sorvegliavano il corteo. La marcia e' stata per lo piu' pacifica, anche quando i dimostranti hanno passato un gruppetto di circa trenta persone che, cantando l'inno nazionale, tenevano in mano cartelloni innegianti John McCain, i veterani di guerra, e volti a commemorare l'11 settembre. Un cartello recitava; "A volte la guerra e' la risposta piu' adeguata." Un'altro faceva eco; "La guerra e' brutta, il terrorismo e' peggio". L'unico incidente degno di nota, anche se marginale, si e' sviluppato quando i giornalisti di Fox News hanno cercato di filmare il corteo e alcuni attivisti li hanno aggrediti e cacciati via. La Fox News e' il canale televisivo di Rupert Murdoch e notoriamente di segno conservatore e non e' per nulla amato dagli attivisti di sinistra.
1 commento:
Vi invito a rispondere online a 7 domande; sono domande sulla guerra, domande su un tema che ci sfiora ma non ci tocca.
http://grossocactus.blogspot.com/
Se vi viene facile copiatevi il link. Sarebbe fantastico avere un
plebiscito popolare, ma...
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