martedì 16 settembre 2008

Il paradosso della crisi finanziaria

Washington DC - Tra le cause conclamate dell'effetto domino che si sta abbattendo sull'economia americana c'e' la crescente compenetrazione tra le banche d'affari e le banche d'investimento, con la conseguenza fatale che le operazioni piu' complicate, piu' remunerative e quindi piu' a rischio portate avanti dalle banche d'investimento, quali Bear Stearns o Lehman Brothers, sono sempre meno isolate dai risparmi bancari dei cittadini americani che hanno il conto, che so, presso Bank of America, o che hanno sottoscritto un mutuo attraverso Freddie Mac.
La separazione tra queste due diverse attivita' finanziarie, gestire i risparmi dei piccoli risparmiatori e invece manovrare le grandi transazioni speculative, era stata istuita da Frankin Delano Roosevelt come risposta alla Grande Depressione -- quando il crollo di Wall Street aveva travolto anche l'economia reale -- attraverso una legge nota come il nome di Glass-Steagall Act.
La legge fu abrogata nel 1999 e nove anni dopo gli Stati Uniti cominciano a soffrirne le conseguenze.
La cosa che e' interessante osservare oggi e' che la crisi finanziaria del 2008 sta conducendo la struttura finanziaria americana ancor piu' nella direzione della completa fusione delle attivita' delle banche commerciali e di quelle d'investimento. Il caso piu' eclatante e' quello dell'acquisto di Merrill Lynch da parte di Bank of America, che stabilisce un collegamento diretto tra il conto corrente dell'impiegato della posta e la finanza internazionale di New York, Londra, Tokyo e Shanghai.

Nessun commento: