martedì 16 settembre 2008

Il ruolo del governo nella crisi finanziaria

Washington DC - Non tutti sono d'accordo sul fatto che il Governo degli Stati Uniti abbia fatto bene a lasciar fallire la banca d'investimenti Lehman Brothers.
, ad esempio, scrivono su Slate che, cosi' facendo, la Federal Reserve e il Tesoro americano stanno prendendo un rischio enorme quanto alla stabilita' del mercato finanziario e degli scambi a Wall Street, con possibili conseguenze devastanti sull'economia reale.
"Non e' irragionevole pensare che decine di bilioni di dollari di capitale in tutto il mondo saranno spazzati via dopo il crollo di Lehman. Si tratta, in fin dei conti, della prima importante societa' di Wall Street a fallire in oltre venti anni," pensano i due giornalisti economici.
Naturalmente questa fu la logica sottostante alla decisione del Governo di intervenire nel caso di Bear Stearns in marzo. Fu quello un tentativo di ricreare fiducia nel mercato e di proteggere coloro che avevano fatto affari con Bear.
Rimane il problema di stabilire quale sia un numero ragionevole di societa' in crisi che il governo ha il dovere di salvare e, inoltre, di come si possa combinare una politica economica che protegga i mercati (e quindi protegga i cittadini dalle conseguenze catastrofiche di una serie di fallimenti a catena) senza pero' incoraggiare l'azzardo morale, ovvero un atteggiamento irresponsabile delle societa' dell'alta finanza sostenuto dalla convinzione che, in caso di guai, il governo interviene a riparare i danni.

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