Birmingham, Alabama -- In preparazione al dibattito di giovedi' sera che vedra' opposti Joe Biden e Sarah Palin, una donna che fa delle proprie convinzioni religiose un punto chiave della propria candidatura, ho visitato due tra le piu' importanti chiese di Birmingham, e molto diverse tra loro. Questa la prima parte:
E' una calda domenica meridionale a Birmingham e il centro citta' e' deserto. Ai piedi dei grattacieli del distretto degli affari, gruppetti di gente si trascinano lentamente per le strade vuote e si infilano in silenzio nella porta secondaria della chiesa battista di 16th Street. Un edificio di mattoni color ocra marcato da un'insegna al neon degli anni sessanta, la chiesa si erge al centro di un quartiere di concessionarie d'automobili, pompe di benzine e officine di meccanici, e di sacchetti di plastica portati in giro dal vento caldo che spazza i marciapiedi pieni di buche. Gli esercizi commerciali sono tutti chiusi nel rispetto del giorno del Signore, che da queste parti e' dedicato esclusivamente alla preghiera. Solo l'Istituto per i Diritti Civili, di fronte alla chiesa, e' aperto ai visitatori, un museo che ripercorre le lotte che hanno travolto Birmingham negli anni sessanta e che hanno portato all'abolizione del sistema razzista di segregazione.
Al contrario dell'esterno addormentato, lo scantinato della chiesa di 16th Street e' un tutt'un brulicare di attivita'. I parrocchiani stanno concludendo le due ore di catechismo della domenica mattina e si preparano per la Messa. Bambine vestite in eleganti abiti estivi di taffeta escono dalle loro classi e si fermano a chiacchierare con i fratelli, bambinetti in giacca e cravatta. Dalla classe di educazione musicale escono le melodie del coro che fa le prove. Gruppi di donne abbigliate con grande cura si intrattengono sul pavimento di linoleum e si fanno reciprocamente i complimenti per gli abiti che indossano: "Che belle scarpe," dice una, "sono davvero graziose, dove le hai comprate?" Una coppia di signori anziani chiacchiera seduta su un divano in finta pelle in stile anni settanta, mentre una fila di notabili locali li osserva dalle fotografie incorniciate sulla parete.
La chiesa di 16th Street e' un pilastro culturale e storico dell'Alabama afro-americana: il 15 settembre 1963, nel mezzo della lotta per i diritti civili, una bomba esplose all'esterno della chiesa uccidendo quattro bimbe. Martin Luther King parlo' a un pubblico di 8000 persone al funerale che segui'. Joan Baez registro' la canzone "Birmingham Sunday" per raccontare la tragedia. E, nel 1997, il regista Spike Lee ha diretto un documentario sull'attacco a sfondo razzista dal titolo "4 Little Girls". Non deve quindi sorprendere che questa congregazione si senta molto orgogliosa della storia della chiesa: "Sono membro da quando ero bambino," dice Marvin Hicks, quarantatreenne nato a Birmingham e che da tre anni si e' trasferito un'ora a sud della citta', nel paese di Jemison. Il signor Hicks continua a guidare gli oltre sessanta chilometri per venire a messa qui almeno un paio di volte al mese: "Questo posto ha una storia importante e della musica eccezionale," Hicks commenta. La Messa non delude le aspettative.
Quattro donne vestite di nero e di bianco aprono la cerimonia cantando sulle note di musica Cristiana dai toni blues. La profondita' delle voci e' impressionante. I convenuti si alzano dalle panchine rivestite di velluto rosso e partecipano al canto. Alcuni, trascinati dalla musica, danzano. Una delle quattro cantanti comincia a tremare in maniera violenta. Una giovane che avra' poco piu' di ventanni, sembra posseduta. Le convulsioni ipnotiche continuano fino a quando la donna non sviene sulla panchina in prima fila. Un uomo le si avvicina e cerca di rianimarla facendole aria con un ventaglio. La medesima scena si ripete qualche minuto piu' tardi, quando la giovane cantante ha raggiunto il coro dietro il pulpito.
Il Pastore Arthur Price Jr. comincia l'omelia e chiede ai congregati di pregare per coloro che sono malati, per il paese, per la citta' e per queste elezioni presidenziali. "Andate a registrarvi al voto," intima il Reverendo, "Non potete essere membri della chiesa sulla sedicesima se non siete registrati: troppe persone prima di noi hanno pagato un prezzo indicibile perche' noi potessimo godere di questo privilegio." In una domenica in cui trentatre pastori in varie citta americane hanno deciso di rendere ufficiale il nome del proprio candidato preferito durante la Messa, una violazione dello statuto fiscale delle chiese -- che non pagano tasse, ma che non possono fare politica --, questo e' l'unico riferimento del Reverendo Price alla campagna elettorale in corso. Per il resto il sermone si concentra sul concetto di dolore, e il Pastore chiede ai suoi parrocchiani di accettarlo come una parte integrante della vita di tutti.
"In questa chiesa ci sono repubblicani, democratici e indipendenti. Non posso certo essere io a dirgli per chi votare," dice Price, originario di Philadelphia arrivato a Birmingham sei anni fa' da una chiesa di Buffalo, nello stato di New York. Il Reverendo e' certo che questa elezione avra' un risultato storico, indipendentemente da chi vince: "Come pastore di una congregazione che e' prevalentemente afro-americana, sono naturalmente orgoglioso del fatto che i democratici abbiano nominato il primo candidato afro-americano alla Casa Bianca. Ma sono anche molto soddisfatto all'idea che il prossimo vice-presidente degli Stati Uniti potrebbe essere una donna."
Il Reverendo Price racconta che 16th Street Church conta tra i cinque e i dieci membri non di colore, in una congregazione di oltre trecento. Oggi non pare esserne venuto nessuno. I suoi fedeli, dice Price, presentano una varieta' di profili socio-economici, dal senza-tetto al cardiologo. Nonostante la chiesa mantenga una posizione rigidamente indipendentemente dai partiti, il Reverendo Price confessa di parlare spesso ai propri parrocchiani delle problematiche sentite come piu' importanti nella comunita', per discuterne sulla base dei principi cristiani. "Parliamo soprattutto di economia e societa', di emarginazione sociale, di disoccupazione, del diritto dei poveri alla casa. Parliamo anche della guerra in Iraq," commenta il Reverendo. L'odierna crisi economica ha gia' cominciato a colpire questo vicinato e Price sta notando che la gente viene in chiesa con meno frequenza e che le donazioni sono diminuite.
Marvin Hicks e' tra coloro che stanno soffrendo della crisi. In particolare, il rialzo del prezzo della benzina rappresenta un peso difficile da sopportare per il signor Hicks: "lavoro come camionista, e vado in giro per tutta l'Alabama. Ultimamente devo far fronte a una spesa per la benzina di circa 600 dollari al mese." La societa' che impiega Hicks gli paga uno stipendio su base oraria, gli offre l'assicurazione sanitaria, ma non copre il costo della benzina che Hicks deve sborsare di tasca propria. Sposato con una ragioniera e padre di tre bimbi, Hicks e' un sostenitore di Obama: "Voglio vedere un cambiamento e quindi voto Obama," dichiara.
"La situazione economica e' preoccupante, ma ancora non ne ho sofferto in maniera diretta," dice Valisa Brown, una ricercatrice nel campo medico all'Universita' dell'Alabama a Birmingham (UAB). La signora Brown e' membro della chiesa di 16th Street da circa dieci anni e oggi, come ogni domenica, e' qui con il marito, vice-preside di una scuola superiore locale, e con i loro due bimbi di cinque e tre anni. "Ho trovato questa chiesa come capita a molti: sono venuta a visitarla da turista e il Pastore mi e' piaciuto," spiega la signora Brown.
Valisa Brown confessa di essere molto impaziente per il risultato di questa elezione e dice che, se non avesse avuto i due figli, sarebbe andata a Denver con il marito per la convention del partito democratico: "Se vince Barack, i miei bambini cresceranno conoscendo un paese in cui un uomo che ha il loro stesso colore e' Presidente."
La signora Brown e' cresciuta con i nonni in un paese rurale a ovest di Birmingham, che viveva dell'industra della deforestazione e di una fabbrica di abbigliamento che chiuse quando lei era alle superiori. Il nonno lavorava in una compagnia che produceva oggetti in carta mentre la nonna puliva le case dei vicini. Dopo essersi diplomata nel 1988, la signora Brown si e' guadagnata delle borse di studio che le hanno permesso di completare una laurea all'Universita' dell'Alabama a Tuscaloosa e un Master in Salute Pubblica a UAB. "Spero che i miei bambini crescano sapendo che c'e' vita al di fuori dell'Alabama, un mondo intero. Che si rendano conto che hanno opportunita' illimate, che possono fare quello che vogliono e diventare quello che vogliono," dichiara la signora Brown.
Vissuta per gran parte dell'infanzia in una comunita' devastata dalla poverta', sia per la gente di colore che per i bianchi, Valisa Brown dice di non ricordarsi tensioni razziali eccessive. Si rammenta pero' del giorno in cui il nonno ricevette nella posta un volantino elettorale del Klux Klux Klan che sosteneva un candidato in un'elezione locale. "Il razzismo c'e' sempre," pensa la signora Brown. E racconta di quando, tutt'oggi, entra in un negozio di scarpe per fare shopping e gli altri clienti presumono automaticamente che sia una commessa. "Ho una borsa sulla spalla da 200 dollari, come gli verra' poi in mente che sono la commessa?" dice scherzando. Piu' che per la strada, sul lavoro o a scuola, e' proprio nelle chiese che la signora Brown vede la separazione razziale piu' radicata: "Hanno sempre detto che il momento piu' segregato della settimana e' la domenica," conclude prima di andare a pranzo con la famiglia.
Considerata la mia visita all'altra chiesa di Birmingham mi viene da pensare che Valisa Brown abbia proprio ragione.
Alla prossima puntata...
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